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Film da Vedere

La donna scimmia di Marco Ferreri, con Ugo Tognazzi e Annie Girardot

Film scandaloso di Marco Ferreri, feroce apologo sulla mostruosità dell'istituzione familiare, La donna scimmia rovescia, in senso laico, il rapporto intercorrente tra Zampano e Gelsomina, descritto da Federico Fellini ne La strada. Il regista non risparmia sferzanti attacchi alla cinica disumanità di certa scienza accademica

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La donna scimmia, un film del 1964 diretto da Marco Ferreri, interpretato da Ugo Tognazzi e Annie Girardot, presentato in concorso al 17º Festival di Cannes. La trama s’ispira alla storia vera di Julia Pastrana, donna ipertricotica realmente vissuta nell’Ottocento, nata in Messico e sfruttata come fenomeno da baraccone da Theodore Lent. Lent arrivò davvero a fare imbalsamare la donna insieme al figlio neonato, quando entrambi morirono a Mosca, durante la loro tournée. Le mummie della donna e del figlio hanno ricevuto sepoltura, in Messico, solo nel 2013. Prodotto da Carlo Ponti per la C.C.P. di Roma, il film fu girato negli stabilimenti di Tirrenia. Il ruolo della protagonista era stato offerto in primo luogo a Sophia Loren, moglie del produttore, la quale però rifiutò. Scritto e sceneggiato da Rafael Azcona e Marco Ferreri, con la fotografia di Aldo Tonti, il montaggio di Mario Serandrei, le scenografie di Mario Garbuglia, i costumi di Piero Tosi e le musiche di Teo Usuelli, La donna scimmia è interpretato da Ugo Tognazzi, Annie Girardot, Achille Majeroni, Elvira Paoloni.

Sinossi
Antonio Focaccia scopre in un monastero una donna interamente ricoperta di peli e se la sposa per poterla esibire come fenomeno. In occasione di una tournée parigina, i due però si innamorano davvero; quando Maria, il “fenomeno”, resta incinta, Antonio accondiscende al suo desiderio di avere il bambino.

Un film coraggioso su un argomento volutamente sgradevole, per quanto parzialmente ispirato ad una storia vera, trattato da Marco Ferreri con toni grotteschi ma, a tratti, anche piuttosto drammatici. Un film sostanzialmente onesto, senza inutili concessioni al gusto morboso o facili spettacolarizzazioni della materia narrativa. Buona parte della riuscita è dovuta alla coppia TognazziGirardot, ammirevoli nel restituire, rispettivamente, la mostruosità morale dello sfruttatore Antonio Focaccia e la mostruosità soltanto apparente della donna scimmia, sotto la quale si cela un temperamento candido e sincero. Ferreri ne fa una specie di parodia de La strada di Federico Fellini, con una colonna sonora di notevole spicco di Teo Usuelli che sarà un suo frequente collaboratore anche nei film successivi.

La vicenda della donna scimmia, usata dal marito impresario come fenomeno da baraccone, riassume le degenerazioni di una società dominata dalle superstizioni popolari, dal rifiuto della diversità e dai pregiudizi contro il sesso femminile e le razze africane. Chi è considerato inferiore viene privato di ogni dignità personale, affettiva ed intellettuale ed è ridotto a oggetto di sfruttamento e di morbose attenzioni. Il pelo che ricopre la protagonista, e che suscita in tutti una superficiale curiosità, è una patina metaforica che impedisce di vedere, al di sotto di essa, il corpo ed il cuore di una donna. Neppure la mostruosità è in grado di sottrarre l’irsuta Maria alle umilianti convenzioni del mondo dello spettacolo e di una concezione strumentale del matrimonio. Ferreri non risparmia sferzanti attacchi alla cinica disumanità di certa scienza accademica.

  • Anno: 1964
  • Durata: 92'
  • Distribuzione: CG Entertainment
  • Genere: Grottesco
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Marco Ferreri

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