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Al via Cortincarcere, il progetto che porta il cinema in carcere

Cortincarcere è un’iniziativa che porta il cinema in carcere, come percorso di formazione e di riabilitazione. Tale percorso, al via nei prossimi giorni, attraverso il linguaggio cinematografico, inteso quale strumento di reinserimento sociale, insieme ai film, porta oltre le sbarre anche autori, attori e studiosi del settore

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Era in programma domani ma, causa il protrarsi dell’epidemia da Coronavirus, è saltata la presentazione, presso la casa circondariale di Benevento, del progetto Cortincarcere, un’iniziativa che porta il cinema in carcere, come percorso di formazione e di riabilitazione.

Tale percorso, al via nei prossimi giorni, attraverso il linguaggio cinematografico – si legge in una nota-, inteso quale strumento di reinserimento sociale di persone sottoposte a limitazione della libertà personale, insieme ai film, porta oltre le sbarre anche autori, attori e studiosi del settore. È un progetto ambizioso, che sarebbe stato impossibile immaginare e realizzare senza l’apporto e la collaborazione di tutto il personale della Casa Circondariale.

A promuoverlo la Camera Penale di Benevento insieme all’Associazione Libero Teatro di Benevento, con il supporto tecnico-logistico della Direzione del carcere. La Direzione artistica di “Cortincarcere” è affidata all’Associazione Libero Teatro, organizzatrice del Social Film Festival ArTelesia, concorso internazionale del cinema sociale, giunto alla XII edizione.

Il corso – che si svilupperà nell’arco di tre mesi e riguarderà il reparto comuni, alta sicurezza e sex offender – è strutturato in due parti: una destinata a fornire le conoscenze di base dell’analisi del film, privilegiando un punto di vista tecnico, l’altra finalizzata al dibattito sulle tematiche sociali soggetto dei corti proiettati. Fino al 19 maggio, nelle sale predisposte dalla Casa Circondariale, i migliori cortometraggi in concorso saranno proiettati e valutati da una Giuria formata da detenuti e presieduta da un professionista.

Si tratta, dunque, di un momento di grande apertura del carcere sul mondo del cinema, in un progetto comune di elevata qualità artistica che avrà ricadute positive anche sul territorio.

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