Andando a memoria, Carrie Lo Sguardo Di Satana (capolavoro di Brian de Palma del 1976) è il primo adattamento della magmatica e fluviale produzione letteraria di Stephen King, tra cinema e televisione. Ed è solo il primo esempio di come il grande schermo abbia saputo prendere davvero il meglio da questo autore immenso, specificando e sottolineando a volte, per i più disattenti, come l’autore del Maine sia realmente uno dei più grandi scrittori del Novecento, capace di rendere su pagine le angosce della nostra contemporaneità, mascherandole -prima di più, ora di meno- da racconti dell’orrore.
E va detto che verso gli anni ’90 l’idillio tra adattamento e libri si era un po’ appannato, in un florilegio di sequel e opere apocrife, per risollevarsi poi a metà degli anni ’10, con il successo commerciale di IT ma anche con prodotti per gourmet come Il Gioco Di Gerald e Nell’Erba Alta.
Ora, facendo un rapido calcolo, è forse vero che proprio nel mezzo televisivo, il serial, l’opera di King trova il suo ideale svolgimento: prima di tutto, ovviamente, per la vastità narrativa: ogni libro di sua maestà King non scende al di sotto delle 400 pagine, ed è chiaro che 10 ore di racconto sono più congeniali delle classiche, striminzite due per rendere vivi gli incubi dello zio. Incubi e racconti che non sono mai realmente quello che sembrano: e non solo perché ogni libro contiene almeno un colpo di scena che spariglia le carte e come in un bellissimo gioco di prestigio mostra quello che si è pazientemente, diligentemente tenuto nascosto al lettore- no, non solo per questo, ma anche e soprattutto perché come dicevamo sopra King ha iniziato a scrivere di orrore ma in realtà ha sempre de-scritto l’Orrore, quello impigliato tra le pieghe del quotidiano, quello che non vogliamo accettare e celiamo alla nostra stessa consapevolezza, quello in cui viviamo da sempre e che lega indissolubilmente pubblico e privato, politico e intimo.
Ed è per questo che il libro The Outsider, sorta di ritorno dello scrittore alle sue altezze siderali, è stato giustamente autorevolmente definito come l’ “It dell’era Trump”: e arrivato puntualmente in tv, per i tipi di HBO e Sky Atlantic, non fa che confermare tutto questo.
La storia parte come un normale procedural: entriamo in medias res e Terry Maitland, amatissimo coach di un piccolo paese di provincia, viene arrestato per l’efferato omicidio di un bambino. Finendo conseguentemente alla pubblica gogna. Questo scatena un domino di morte e devastazione finché non viene chiamata ad investigare Holly Gibney, che cerca di fare chiarezza in una vicenda dai contorni oscuri e inquietanti.
The Outsider, ideato da Richard Price e per la regia di Bernstein, Bateman e Brändström per dieci puntate, conferma tutto il buono che era già contenuto nel materiale di partenza, e potenzia con le immagini quello che la fervida penna di Stephen King aveva creato: le molteplici facce del male sono tra noi, appartengono a uomini e donne che pensiamo di conoscere bene ma si mostrano poi all’improvviso e senza timore forti principalmente della paura che suscitano; sono queste le fondamenta di quest’apologo sociale e politico che restituisce, parola per parola, segno per segno, tutto quello che il libro conteneva, in un’operazione assimilabile forse al nostrano L’Amica Geniale, dove pagina scritta e immagine sembrano andare di pari passo nel creare e raccontare la storia, in un’incredibile sinestesia di colori e odori. Chi ha letto il libro, poi, non si abbatta e non abbia paura di affrontare il serial: perché questo è uno di quei casi in cui l’adattamento amplia e migliora l’originale, raccogliendo suggestioni e spunti e allargando la linea dell’orizzonte, e facendo così rende la parte soprannaturale della storia ancora più convincente, tenendo tesa e altissima l’asticella dell’interesse.
The Outsider ha l’abilità poi di sfumare dal poliziesco al dramma, fino al mistery e giallo per poi sfociare all’improvviso in un duello incessante con l’imponderabile, con l’immanente inconoscibile, con l’impossibile delle nostre vite. È così che The Outsider spiega con lucidità che viviamo, oggi più che mai, in un momento storico in cui il Male, o anche la possibilità concreta del Male, si annida ovunque: una storia che riassume la nascita della paranoia post 11 settembre unitamente al dovere di re/stare vigili, quando le derive totalitarie assumono diverse forme e volti, imponendosi dappertutto al di qua e al di là dell’oceano. La verità è solo un punto di vista, e a volte anche quello che sembra reale ai nostri occhi può nascondere insidie: “Ci sono più cose in cielo e in terra che nella nostra filosofia”. Solo ciò che non sappiamo su di noi e sulla nostra esistenza è veramente poco.