Pur utilizzando esattamente gli stessi codici dei franchisee, Casino ci mostra il funzionamento di un universo mafioso nuovo di zecca.
VEGAS, GLI INDIVIDUI E LA MAFIA
La messa in scena iconica di Scorsese è più o meno la stessa (lunghe inquadrature immersive, movimenti di macchina, freeze-frame, musica rock’n’roll in controtempo, cinica voce fuori campo ecc…) , così come la descrizione dettagliata di un microcosmo. In tutto il film possiamo osservare questi piccoli trucchi che permettono a Vegas di esistere. Cresceranno gradualmente, mostrando prima i vari individui che la compongono e il loro modo di gestire la vita quotidiana, per poi passare gradualmente alla visione d’insieme: il funzionamento del casinò e della mafia, e le politiche che ne derivano.
IL CONTRASTO, LA FUSIONE, IL CERVELLO E I MUSCOLI
Mentre si affronta il tema del sogno caduto, Casino aggiunge un ulteriore strato emotivo. La storia ruota intorno a tre personaggi: Ace, Nicky e Ginger.
Ace Rothstein, interpretato da Robert De Niro, è un personaggio attento, pragmatico, calcolatore, distante e autolesionista, simile a Henry Hill/Ray Liotta in Quei bravi ragazzi. Nicky Santoro, interpretato da Joe Pesci, è il “fratello” violento e incontrollabile, un personaggio di istinto e forza bruta. Sono quindi le interpretazioni degli attori che definiscono questi ruoli più di quanto faccia la scrittura stessa. Ace e Nicky rappresentano le due facce necessarie per accumulare il denaro: cervello e muscoli. Il contrasto, la fusione e infine l’opposizione tra questi due metodi contribuiscono chiaramente a rendere il film così avvincente.
DA GINGER A VICKIE: STORIE DI DONNE E AUTODISTRUZIONE
Nel mezzo c’è Ginger, “La Donna” che provoca le passioni e la caduta di tutt, lei compresa. Proprio come Jake La Motta era ossessionato da Vickie e si era perso mentalmente, la caduta di Ace è profondamente legata alla sua storia d’amore unilaterale con Ginger, la pastorella che cerca di trasformare in madre.
Sharon Stone interpreta Ginger con un’energia straordinaria, passando da una scena all’altra con una gamma emotiva che spazia dalla gioia alla tristezza, dalla rabbia al disgusto. La sua recitazione ricorda l’interpretazione finale di Gena Rowlands in Opening Night.
Scorsese, con un tono emotivamente pessimista, mostra come l’egoismo degli uomini possa rendere infelice una donna e come lei, per disperazione, possa distruggere una famiglia e un impero. Oggi, probabilmente, Scorsese sarebbe altrettanto critico verso l’evoluzione dei casinò online e la proliferazione dei siti di gioco d’azzardo, che cercano di attirare nuovi giocatori con promozioni allettanti, come i bonus settimanali, per mantenere alta l’attenzione e fidelizzare i propri utenti.
CASINO e la mitologia realista di Scorsese
Casino è un racconto coinvolgente di grandezza e decadenza, adattato da una storia vera. Questo rappresenta il secondo elemento della “mitologia realistica” creata da Scorsese. L’ossimoro “mitologia realista” descrive bene il film, così come le altre opere del regista, come Gangs of New York, Infiltrators, Boardwalk Empire e The Wolf of Wall Street. Ciascuna di queste è un’immersione in un universo specifico: la mafia di Brooklyn, i casinò di Las Vegas, le bande di New York alla fine del XIX secolo, la mafia irlandese di Boston, la mafia di Atlanta durante il proibizionismo e infine Wall Street.
Alla fine, si ha l’impressione di guardare con Casino, la seconda stagione di una serie di documentari sulla mafia: il cambio di scenario maschera a malapena l’ambizione comune: esplorare e decostruire un tema preciso. Era la famiglia a Les Affranchis, è l’affettivo in Casino. Sarà trasmissione/affiliazione, dualità, politica ed economia nei quattro successivi!
Infatti, più che The Wire, The Sopranos o Breaking Bad, queste sei opere di Scorsese sono forse quelle della serie The ultimate.