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Lourdes, l’emozionante documentario di Thierry Demaizière e Alban Teurlai

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Tutto parte nel 1858 quando la quattordicenne Bernadette Soubirous vide la “bellissima signora”: la Vergine Maria. Oggi quel luogo sui Pirenei francesi è il santuario di Lourdes, dove il culto mariano trova la sua essenza più profonda. La Chiesa Cattolica da allora ha riconosciuto settemila guarigioni e diversi miracoli, attribuiti proprio alla Madonna. All’interno della Grotta vi è un perenne pellegrinaggio di cittadini da ogni parte il mondo, che spogliandosi di tutto si immergono nell’acqua, sperando di ricevere la benedizione. Nella Grotta di Lourdes decine di milioni di persone lasciano sogni, aspettative, speranze e intenzioni. In questo luogo sacro convergono tutte le fragilità dell’animo umano.

La realizzazione del docu-film: Lourdes

Lourdes è diretto da Thierry Demaizière e Alban Teurlai, i quali, dopo numerosi lavori autonomi che li hanno affermati professionalmente, decidono di collaborare per la realizzazione di questo documentario, la cui uscita in Italia è prevista dal 24 al 26 Febbraio. Dopo undici film, distribuiti nell’arco del decennio in cui i registi hanno proposto quelli che definiscono “ritratti di personalità”, quest’ultima opera ha necessitato di più di un anno di riprese sul posto, nel quale sono venuti a contatto con un grandissimo numero di persone. Dopo, quindi, numerose opere precedenti che si dividono fra film, fiction e reportage giornalistici, arriva il primo documentario su una delle mete di pellegrinaggio più note al mondo. Demaizière e Tuerlai si occupano della regia, lo script, la fotografia, il montaggio, così come anche della produzione. L’opera si dimostra molto più incisiva di molte realizzazioni di finzione del passato, testimoniando di come i registi siano stati capaci di portare sullo schermo un racconto nitido e incisivo. Il documentario si svincola così dalla fede dei pellegrini, preferendo piuttosto il racconto personale dei tantissimi personaggi che percorrono il film.

Lourdes: un film sulla spiritualità

Il film attraversa la condizione umana, la fede, la speranza e l’amore. Si mostra la vita attraverso una lezione d’umanità straordinaria, grazie alla solidarietà e alla capacità di mettersi al servizio del prossimo. Nel documentario sono presentate moltissime realtà umane che ci toccano tramite, non solo le loro storie, ma con gli sguardi, le preghiere e le lacrime. Lourdes racconta di come i pellegrini siano stati toccati dall’umanità, da quel senso profondo di comunità che hanno incontrato e dalla dimensione unica di un luogo dove ognuno può mostrarsi per quello che è realmente: un vero e proprio viaggio nella profondità dell’animo umano, laddove risiede il mistero della vita e, allo stesso tempo, l’attaccamento ad essa. Ecco, quindi, che i movimenti della macchina da presa a mano indagano con rispetto gli occhi, i gesti, le mani di coloro che sperano in un futuro di serenità non solo fisica, ma anche spirituale. La narrazione schietta, grazie a una macchina da presa non invasiva, permette allo spettatore di prendere quella necessaria distanza per fare esperienza di un luogo fatto di sofferenza mista a speranza.

Lourdes un luogo di democrazia trasversale

Il luogo sacro appare, così, come un grande bacino di anime, ognuna con la sua storia: che si tratti di malati, assistenti o gitani poco importa. A Lourdes sembra esistere una sorta di democrazia trasversale, in cui la provenienza o la classe sociale scompaiono per fare spazio a una conoscenza emotiva collettiva. Il docu-film risulta un’operazione davvero coraggiosa in un’epoca dove si consuma tanto, ma si sente poco. Un’opera che travalica il credo personale per andare verso una dimensione della condivisione spirituale, per comprendere quanto vi sia necessità di percepire, sentire e accogliere il mondo con gioia.

Alessia Ronge

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