Lupin III – The first non ricomincia da uno. Continua allegramente a trascinare nelle sue sbalorditive acrobazie i complici di sempre: l’inseparabile terzetto di ladri composto da Fujiko, Jigen e Goemon, cui si aggiunge l’ispettore Zenigata instancabile inseguitore di tutti e quattro.
Fortemente voluto dallo storico autore Monkey Punch (scomparso nel 2019), il film è stato scritto e diretto da Takashi Yamazaki. La trama di Lupin III – The first è inizialmente ambientata nella Parigi occupata della seconda guerra mondiale. I nazisti sono alla spietata caccia di un manoscritto, il diario di Bresson, in grado di trasformarsi in un misterioso tesoro. Lo stesso a cui, per motivi sconosciuti, aveva ambito senza successo il nonno di Lupin III.
Con un salto temporale di dieci anni la ricerca del prezioso oggetto si trasforma nella nuova missione impossibile del giovane Lupin, che attraversa i confini geografici dalla Francia all’America meridionale, nonchè le frontiere del sapere dall’archeologia alla fantascienza, senza mai perdere il noto imperturbabile sorrisetto.
Un personaggio giapponese di origine francese
Lupin III nacque dalla mano di Kazuhiko Katō, che lavorava in un ospedale giapponese come radiologo. Fu il superiore gerarchico a notare il suo talento e ad incoraggiarlo nel disegno. Qualche anno e qualche manga dopo, Katō assunse lo pseudonimo Monkey Punch per far piacere all’editore e diventò celebre sul finire degli anni ’60 con l’irriverente personaggio di Lupin III.
Si era liberamente ispirato alle avventure del “ladro gentiluomo” francese creato dallo scrittore Maurice Leblanc nel 1905 ed impersonato dall’attore Georges Descrières per la televisione degli anni ’70. Sono dunque le origini francesi del personaggio ad ispirare il prologo parigino di Lupin III – The first. Ma la sua caratterizzazione ha sempre travalicato i confini geografici e temporali, strizzando l’occhio a celeberrimi nomi letterari e cinematografici, da Rocambole a James Bond, da Robin Hood a Simon Templar. Probabilmente il regista Takashi Yamazaki aveva in mente anche Indiana Jones quando ha messo al fianco di Lupin III una giovane studiosa appassionata di archeologia, decisa a ritrovare il prezioso diario di Bresson.
Passi e voli da gigante in Lupin III – The first
Il cinquantaseienne regista Takashi Yamazaki si è già occupato della seconda guerra mondiale nel suo Eien no Zero, che in Italia è stato premiato come miglior film al Far East Film Festival del 2014. Altri suoi lungometraggi (Returner – Il futuro potrebbe essere storia e Space Battleship Yamato) testimoniano invece la passione per la fantascienza che prorompe nella trama di Lupin III – The first, seppure in tale contesto giustamente accompagnata da una sottile ironia.
Ma a consentire a Lupin e alla sua banda veri passi e voli da gigante è stata soprattutto l’abilità nella computer grafica di Yamazaki, che è membro dello studio di animazione ed effetti speciali Shirogumi. Il regista per questo film in 3DCG si è prestato a supervisionare il lavoro della Marza Animation Planet, che ha realizzato le animazioni principali di Lupin III – The first. Il risultato è visibile nello splendore di scenografie “realistiche” e nell’accurato disegno tridimensionale degli oggetti. Eccezionalmente efficace anche la visualizzazione dei tessuti, dall’abbigliamento in pelle di Lupin (giacca rossa e cravatta gialla faranno piacere ai tifosi romanisti) al jeans della camicetta di Fujiko Mine.
Lupin III – The first: Lupin e i suoi sembrano cresciuti
Curiosamente, all’evoluzione esteriore dei personaggi corrisponde a nostro avviso anche la maturazione dei caratteri. Forse è solo la banale operazione di marketing di una produzione alla ricerca di un target che comprenda tutti, dagli adulti ai bambini piccoli. Ma gli anni passano e ci sembra che dopo oltre un cinquantennio di avventure spensierate, i nostri beniamini siano diventati più riflessivi, smussando i lati fanciulleschi della loro personalità. Così, Lupin resta indubbiamente affascinato dal valore dell’altra metà del cielo, tuttavia non appare più l’incorregibile donnaiolo che conoscevamo, mentre forse Daisuke Jigen ha elaborato un rapporto più equilibrato con sigarette e alcolici. Lasciamo a voi scoprire cosa farà l’ispettore Zenigata.
Le voci italiane sono sempre quelle di Stefano Onofri (Lupin), Rodolfo Bianchi (Zenigata) Alessandro Maria D’Errico (Jigen), Antonio Palumbo (Goemon) e Alessandra Korompay (Fujiko).