Liberamente ispirato al romanzo di Agatha Christie Dieci piccoli indiani, 5 bambole per la luna d’agosto di Mario Bava un’opera delirante, visionaria e barocca, ricca di trovate geniali, soluzioni visive ardite e un uso virtuoso di musica e scenografia. Amato da Quentin Tarantino che ne ha riprodotto una scena in Kill Bill – Volume 1
5bambole per la luna d’agosto è n film thriller italiano del 1970, diretto da Mario Bava. È liberamente ispirato al romanzo di Agatha ChristieDieci piccoli indiani. La colonna sonora, composta da Piero Umiliani, vede la presenza anche de Il Balletto di Bronzo, che esegue il brano Ti risveglierai con me con il titolo modificato in Ti risveglierai accanto a me. Quentin Tarantino, che già altre volte ha reso omaggio a Mario Bava nei suoi film, ne ha riprodotto una scena in Kill Bill – Volume 1, quella nella quale il gestore del club spegne le luci, quasi uguale a quella in cui il maggiordomo compie la medesima azione all’inizio del film di Bava. Il film è stato distribuito in Italia a partire dal 14 febbraio 1970. Con Edwige Fenech, Howard Ross, Justine Gall, William Berger, Ira von Fürstenberg, Teodoro Corrà, Mauro Bosco.
Sinossi Il professor Fritz Farrel, inventore di una nuova e rivoluzionaria resina sintetica, viene invitato insieme alla moglie a passare un week-end nella villa di un ricco industriale in un’isola deserta, nella quale sono ospiti altre persone, altri industriali interessati alla scoperta e la loro accompagnatrice. In previsione di una tempesta lo yacht viene mandato verso la terraferma così il gruppo rimane completamente isolato. Durante la permanenza nella villa, un assassino si diverte ad uccidere uno dopo l’altro gli invitati, senza un movente apparente.
5 bambole per la luna d’agosto è da ascrivere tra quei film meno amati dall’autore stesso, Mario Bava, grande innovatore di generi come l’horror e il thriller italiani, dai quali poi attinse a piene mani Dario Argento: la pellicola del 1970 invece è, nonostante una sceneggiatura – tratta molto liberamente da Dieci piccoli indiani di Agata Christie – esilissima, dialoghi non certo memorabili e interpreti che regalano performance che non passeranno alla storia, ma che sono funzionali ai loro personaggi, un’opera delirante, visionaria e barocca, ricca di trovate geniali, soluzioni visive ardite e un uso virtuoso di musica e scenografia. Il film è attraversato da una vena dissacrante nei confronti della società borghese, è quasi tutto girati in interni che, in quanto ad arredamento, rimandano chiaramente alla Pop Art e, soprattutto, è composto da un fuoco di fila di immagini, colori, musica, volti, inquadrature sghembe, che stordiscono lo spettatore.
Emblematica dello stile del regista la scena di apertura in cui, grazie a stacchi di montaggio, primi piani, zoomate e totali, veniamo a conoscenza sia dei personaggi che popoleranno la stramba vicenda, sia dell’ambiente in cui essi si muoveranno; da ricordare anche la scena in cui, dopo una colluttazione tra due individui, una serie di sfere rotola per una scala, con la macchina da presa che segue la caduta fino ad inquadrare l’ennesimo personaggio morto assassinato, che verrà anch’esso riposto in una ghiacciaia, avvolto nella plastica, in fila uno di fianco all’altro. Tra gli interpreti val la pena menzionare Maurice Poli, che ritroveremo nel cult maledetto Cani arrabbiati, William Berger, Howard Ross e tra le donne, una più bella dell’altra, Edwige Fenech, Ira Fürstenberg e Justine Gall. Musica di Piero Umiliani con il pezzo rock-progressive Ti risveglierai con me, cantato dal gruppo Balletto di Bronzo sui titoli di coda. Un gioiellino da riscoprire.