Antonio Bido – Early films: lo sperimentalismo di Mr Solamente nero
In collaborazione con Digitmovies, Home Movies rende disponibile su supporto dvd Antonio Bido – Early films, non poco prezioso per ogni cinefilo degno di questa classificazione.
Il motivo? Semplicissimo: si tratta di un disco in cui vengono recuperati i primissimi lavori del cineasta veneto Antonio Bido. Quanti erano a conoscenza di ciò che aveva realizzato prima di cimentarsi nell’italian thrilling con Il gatto dagli occhi di giada e Solamente nero?
Le opere incluse in questa edizione home video appartengono al periodo in cui, giovanissimo, entrò nel clima sessantottino universitario. Opere che lo fecero affacciare sulla scena dei festival di settore con piglio anti-strutturalista grazie all’appoggio del Cineclub FEDIC di Padova.
E, con un tizio in una vasca da bagno, si comincia da Dimensioni, girato in otto millimetri e alternato tra bianco e nero e colore. Cinquantatré minuti di visione datati 1970 il cui anticonformismo generale ricorda non poco quello dei lungometraggi sfornati nello stesso periodo dal maestro francese Jean-Luc Godard.
Lungometraggi che, proprio come avviene in questo titolo che apre Antonio Bido – Early films, includevano spesso una voice over che parlava di politica e società. Una voice over che inizia col precisare che un comunista deve essere di ampie vedute. Ma anche che deve condurre una lotta instancabile contro ogni idea e azione errata. Prima che entrino in ballo discorsi su Dio e che gli uomini vengano definiti gente che muore e che nasce in un attimo solo. Mentre ci si chiede se la morte sia il momento per incominciare e che, tra le molte, scorrono sullo schermo anche immagini del Terzo Mondo. Immagini che, sebbene legate alla realtà di allora, conferiscono all’insieme quasi un sapore apocalittico. Perché nelle tematiche menzionate, del resto, non manca neppure la guerra. La guerra che, forse, può essere abolita solamente con la guerra.
La guerra che è la continuazione della politica e che è, in se stessa, un atto politico.
Man mano che i primi piani dell’individuo urlante nell’epilogo suggeriscono già quanto il futuro regista di Blu Tornado possedesse un tocco vicino all’horror. Tocco che risulta ancor più evidente nella minacciosa voce proto-Onnipotente che troviamo in Alieno da, secondo mediometraggio proposto in Antonio Bido – Early films.
Un mediometraggio che, girato in sedici millimetri nel 1971 e totalmente in bianco e nero, non racconta, come si potrebbe erroneamente pensare, una vicenda fantascientifica. Le argomentazioni, infatti, sono piuttosto simili a quelle del precedente, ma con l’accento posto sull’amore sacro e quello profano. Tre quarti d’ora di montaggio che esordiscono osservando che il comunismo è il sistema completo dell’ideologia proletaria. Senza dimenticare di affermare, però, che le idee dominanti di un’epoca sono sempre e solo state quelle di una classe dominante.
Rappresentando soltanto alcuni dei discorsi che infarciscono un altro lodevole esempio bidiano di avanguardismo su pellicola. Esempio che non chiude, comunque, questa validissima operazione di riscoperta targata Home Movies/Digitmovies, perché vi attendono anche i contenuti speciali. Contenuti che, al di là di una galleria fotografica e di quattordici minuti di intervista a Bido, includono due suoi cortometraggi dei primi anni Settanta. Uno è Moto perpetuo, sorta di videoclip ante litteram in omaggio al violinista e compositore Niccolò Paganini. L’altro, inquadratura unica e senza parole per inscenare la strumentalizzazione dell’oggetto donna sui set cinematografici, è Da riprendere… a completamento di Antonio Bido – Early films.
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