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Paradise-Una nuova vita di Davide Del Degan

La surreale tragicommedia di un esordiente triestino, per raccontare la Mafia fuori dagli schemi e con raggelata ironia.

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Paradise – Una nuova vita di Davide Del Degan, accolto da un’ovazione al Politeama Rossetti durante iL 31 Trieste Film Festival, è disponibile in streaming a noleggio su Apple TV+.

In concorso un cineasta che a Trieste è di casa

Con la proiezione triestina di Paradise – Una nuova vita, lungometraggio d’esordio dall’iter produttivo particolarmente laborioso, Davide Del Degan ha decisamente giocato in casa.

La sala era infatti strapiena. Una bella soddisfazione per il regista triestino, classe 1968, che è visibilmente affezionato a questo festival, dove nel 2010 aveva già presentato il corto Favola zingara.

Del Degan è un film-maker decisamente creativo che fino ad ora si era messo in luce soprattutto attraverso i cortometraggi, sebbene abbia firmato anche la co-regia di un documentario parimenti legato alla realtà triestina, L’ultima spiaggia, selezionato in svariati festival tra cui Cannes.

Anche il greco Thanos Anastopoulos ha un rapporto profondo con il Trieste Film Festival; tant’è che sua è la deliziosa sigla dell’ultima edizione, assai apprezzata nelle differenti versioni fin qui mostrate per le aggraziatissime scene girate in piscina.

Una surreale black comedy, dalla Sicilia alla regione alpina

Tornando a Davide Del Degan, per questo esordio nel lungometraggio di finzione il cineasta triestino ha voluto giocare sui contrasti, inserendosi con originalità in quel filone di film che descrivono ambienti mafiosi contribuendo a smitizzarli, decostruendone cioè l’essenza altresì deprecabile con l’ausilio dell’ironia: a tal riguardo La mafia uccide solo d’estate è non soltanto il primo esempio a venirci in mente, ma anche il più valido.

In Paradise – Una nuova vita l’onesto venditore di granite che in Sicilia ha trovato il coraggio di testimoniare un brutale omicidio, viene trasferito per la sua incolumità tra le montagne del Friuli.

Per la precisione in una piccola località, Sauris, i cui elementi più “folkloristici” e pittoreschi, almeno agli occhi del povero Calogero, risultano poi enfatizzati ad arte da scelte registiche sornione, beffarde. Ma il programma testimoni pare tutt’altro che inattaccabile e dalla Sicilia il passato verrà, letteralmente, a fargli visita…

Qualche balbettio ed alcune felici intuizioni

Il regista ha senza dubbio azzeccato gli interpreti: a partire dal protagonista Vincenzo Nemolato, attore campano molto apprezzato in 5 è il numero perfetto. I suoi stralunati duetti con l’altro “esule” Giovanni Calcagno sono da antologia.

I classici limiti dell’opera prima si ravvisano invece nella sceneggiatura, cui peraltro ha lavorato Andrea Magnani, con alcuni strappi e passaggi poco credibili che, per quanto si voglia considerare il tono surreale e fiabesco della situazione, sottraggono a volte credibilità alle azioni dei protagonisti.

Va senz’altro meglio quando Davide Del Degan insiste sullo black humour, sui paradossi, sugli stranianti contrasti spinti fin oltre il confine sloveno, conferendo al film quei toni da sarabanda balcanica che tante volte hanno saputo esaltarci, non è certo un caso se si considera il background dell’autore, proprio al festival triestino.

E pertanto l’immagine del siculo spaesato che prova a vendere granite con le Alpi e la neve sullo sfondo non ce la leveremo dalla testa facilmente.

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