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Tutto accadde un Venerdi 13

In occasione dell’uscita del remake del classico “Venerdì 13”, vi presentiamo lo speciale su l’intera saga, tanto per accontentare i fan (e non), in attesa del venerdì più pericoloso dell’anno… Tutto è cominciato con “Venerdì 13” (1980) di Sean S. Cunningham, elaborato a basso costo che, sulla falsariga di “Halloween

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In occasione dell’uscita del remake del classico “Venerdì 13”, vi presentiamo lo speciale su l’intera saga, tanto per accontentare i fan (e non), in attesa del venerdì più pericoloso dell’anno… Tutto è cominciato con “Venerdì 13″ (1980) di Sean S. Cunningham, elaborato a basso costo che, sulla falsariga di “Halloween – La notte delle streghe” di John Carpenter si basava unicamente su una sequela di omicidi all’arma bianca eseguiti da un misterioso assassino ai danni di un gruppo di giovani villeggianti – tra cui un ancora sconosciuto Kevin Bacon – presso il Camp Crystal Lake, considerato maledetto in quanto teatro nel 1958 di un sanguinoso duplice delitto. Elaborato dall’inaspettato successo commerciale che, impreziosito dagli ottimi effetti speciali di trucco per mano di Tom”Zombi”Savini e dall’ossessivo tema di Harry Manfredini “Ki-ki-ma-ma” (distorsione della frase “Kill her mommy”=”Uccidila mamma”), non solo precisò una volta per tutte regole e codici alla base del filone slasher, lanciato da titoli come “Black Christmas – Un Natale rosso sangue” (1974) di Bob Clark e “Savage Week-end” (1976) di David Paulsen e costruito su storie riguardanti le morti in sequenza di persone facenti parte di un gruppo all’interno di uno spazio più o meno chiuso, ma finì per generare già l’anno successivo il primo sequel: “L’assassino ti siede accanto” dell’allora esordiente Steve Miner, nel quale, come annunciato al termine del capostipite, faceva la sua entrata in scena il sanguinario Jason Voorhees, annegato da bambino nelle acque del Crystal Lake e intento a vendicare la morte della madre attraverso il massacro di una nuova comitiva di amici in vacanza. Un secondo capitolo decisamente più riuscito del precedente che, oltre a confermare l’assassino protagonista quale discendente di Michael Myers fornito di un pizzico d’iconografia zombesca in più, presentava non poche somiglianze con lo splendido “Reazione a catena – Ecologia del delitto” (1972) di Mario Bava, a partire dall’ambientazione e dall’omicidio della coppia infilzata con lancia al momento dell’orgasmo. Del resto, è di una sorta di angelo sterminatore dal nome biblico che stiamo parlando, essere metaforico volto a eliminare chi commette atti impuri con il volto celato sotto un sacchetto di iuta alla “The elephant man”. Sacchetto sostituito con la maschera da hockey nel violentissimo “Week-end di terrore” (1982), girato in 3-D sempre da Miner ma dall’esito commerciale talmente poco soddisfacente da spingere i produttori ad optare per un “Venerdì 13 – Capitolo finale” (1984), la cui regia venne affidata a Joseph Joe Zito. Capitolo finale che, grazie al grande consenso di pubblico, fu tutt’altro che tale, succeduto da “Venerdì 13: Il terrore continua” (1985) di Danny Steinmann, con un emulo di Jason a compiere la nuova serie di omicidi, e dal geniale “Venerdì 13 parte 6: Jason vive” (1986) di Tom McLoughlin, nel quale il mostro viene riportato in vita alla maniera di Frankenstein. Seguirono uno scontro con ragazza dotata di poteri telecinetici nel sottovalutato “Venerdì 13 parte 7 – Il sangue scorre di nuovo” (1988), firmato dall’effettista John Carl Buechler, e il sanguinoso (neanche tanto, a dire il vero) viaggio a New York del deludente “Venerdì 13 parte 8 – Incubo a Manhattan” (1989) di Robert Hedden. Ultimi episodi legati tra loro dalla continuità, poi spezzata a partire dal successivo “Jason va all’inferno” (1993) di Adam Marcus, con Voorhees impegnato a trasferirsi da un corpo all’altro come “L’alieno” di Jack Sholder, per poi trovarsi catapultato nella futuristica astronave di “JX – Morte violenta” (2001), a firma di James Isaac e con David Cronenberg tra le vittime. Fino allo scontro con il nightmariano Freddy Krueger in “Freddy vs Jason” di Ronny Yu, del quale dovrebbe prima o poi venir fuori un sequel.

Francesco Lomuscio

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