‘Donnie Darko’ il cult movie di Richard Kelly con Jake Gyllenhaal
Dopo un esordio deludente, il film di Richard Kelly è divenuto nel tempo un riferimento imprescindibile per molti. Sebbene non esente da difetti e incongruenze, Donnie Darko si è ritagliato uno spazio stabile nell'immaginario cinematografico. Il ventenne Jake Gyllenhaal è ottimo nel suo ruolo. Al cinema dal 3 al 5 Giugno
A vent’anni dal suo debutto italiano, Donnie Darko, il film di culto con Jake Gyllenhaal, ritorna al cinema in una nuova versione Director’s Cut restaurata in 4K.
Diretto da Richard Kelly, all’epoca esordiente, “Donnie Darko” uscì negli Stati Uniti nel 2001 e arrivò in Italia nel 2004, presentato nella sezione fuori concorso della Mostra del cinema di Venezia. Il film che miscela elementi del thriller a quelli dell’horror e ha per protagonista Jake Gyllenhaal nei panni di un adolescente problematico, torna in sala per tre giorni dal 3 al 5 Giugno.
La pellicola è diventata nel tempo un cult, anche se gli incassi al botteghino furono, all’epoca della prima uscita, abbastanza bassi (517.375 dollari). la seconda uscita ha visto il film ottenere invece un grande successo. In Italia Donnie Darko è rimasto inedito fino al 2002 ma, in seguito alla sua presentazione fuori concorso alla 61ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (2004) e all’uscita negli Stati Uniti della versione director’s cut, l’opera di Kelly è approdata anche nelle sale italiane il 19 Novembre 2004.
Successivamente, nel dicembre 2005, anche in Italia è stata pubblicata la versione director’s cut, ma solo per il mercato dei DVD. Interpreti sono Jake Gyllenhaal, Maggie Gyllenhaal, Patrick Swayze, Drew Barrymore, Jena Malone.
Donnie Darko la trama
Ottobre 1988. Dopo essere scampato a un terrificante e bizzarro incidente, Donnie Darko, un adolescente americano, capisce cosa significhi essere vivi e innamorati e conseguentemente scopre la propria potenzialità di alterare il tempo e il destino con l’aiuto di Frank, un coniglio gigante e mostruoso. È solo immaginazione? Lo spaventoso coniglio gli dice che il mondo finirà tra 28 giorni, 6 ore, 42 minuti e 12 secondi.
Un cult
Donnie Darko ormai da molti viene annoverato tra le prime 100 pellicole del nuovo millennio. Ha avuto grande successo nel tempo (dopo un iniziale silenzio da parte di pubblico e critica) anche per le innumerevoli interpretazioni date alla trama, molto aperta, fino all’uscita della versione Director’s Cut, in cui si è palesata la teoria del regista, quella legata ai viaggi nel tempo.
Al di là di ciò che ci può essere dietro alla complessa storia tra fantasia e scienza, non troviamo solo questo livello di lettura. L’allora giovane regista Richard Kelly cerca di passare dalla science fiction alla vita quotidiana della società americana e ai sentimenti/pensieri di un ragazzo diverso da molti, ma non da tutti. E’ sicuramente questo che da una parte rende speciale il film (dalla colonna sonora peraltro non indifferente), ma ne determina anche il suo limite: raggiungere il pieno approfondimento dei diversi aspetti trattati e la loro completa unione non era cosa da poco e l’intricato lato fantascientifico ha annebbiato molte delle sfumature interessanti che Donnie Darko ha o poteva avere al di là dei generi cinematografici specifici.
Il film prodotto da Drew Barrymore, è intelligente, squarcia l’inconscio di un ventenne e Jake Gyllenhaal è perfetto nel suo ruolo. Vi spira un’aria di ineluttabilità quasi biblica e di guerra giovanile contro i genitori repubblicani e il refrattario corpo insegnante: si va oltre la quarta parete del Truman Show.
Costellato di indizi catastrofici, il racconto non si solleva, per stile ed emozioni, più di tanto, ma è testimone oculare di una crisi vera, affonda sincero in un clima di ipocrita e disperata allegria in cui ci si difende solo da paranoici e se muniti di fantasia.
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