Sabato 14 Dicembre, giornata conclusiva del Festival del Cinema di Porretta 2019, poche ore prima della premiazione ufficiale c’è stata la presentazione del libro: Il cinema di Francesco “Citto” Maselli di e con Giacomo Martini e il Direttore artistico del FCP Luca Elmi.
L’autore ha raccolto testimonianze di persone che hanno conosciuto e collaborato con il regista. La presentazione ha rappresentato un valore aggiunto se si pensa che a Citto Maselli dopo qualche ora è stato consegnato il Premio Elio Petri.
Il ritorno a casa di Martini con il cinema di Citto Maselli
“Scrivere un libro su Citto Maselli è stato come un ritorno a casa” dice Martini: “quello è ancora considerato il periodo d’oro del cinema italiano – e aggiunge- inoltre non è indifferente la presenza di Citto Maselli e di Elio Petri a Porretta. Citto era venuto a Porretta quando si chiamava Mostra del Cinema Libero. Io ho voluto rendere omaggio ad un grande regista. Purtroppo è un vecchio rischio della cultura italiana dimenticare gli artisti. Ho detto a Citto che volevo fare un libro su di lui”.
Martini affascina con abbondanza di contenuti e con il suo racconto di altre epoche, neppure troppo lontane, quando in questo piccolo borgo emiliano nacque il Festival del Cinema Libero, di fama internazionale. La presentazione si trasforma quasi inconsciamente in una chiacchierata alla quale si aggiungono Steve della Casa e Giacomo Manzoli che raccontano aneddoti, aggiungono particolari.
Valeria Golino e Gian Maria Volonté
Si ricordano film indimenticabili come Storia d’amore che Citto ha realizzato con Valeria Golino nel 1986, I delfini con Claudia Cardinale, Tomas Milian e la fotografia di Gianni di Venanzio, girato nel 1960.
E ancora Il sospetto, girato nel 1975, con uno strepitoso Gian Maria Volonté, definito mostro sacro del cinema, immagine icona del Festival, a cui il Festival ha dedicato una mostra fotografica in collaborazione con il CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia.
Un attore di cui per anni ci si è completamente dimenticati, come del resto è accaduto con Citto che, pur essendo di sinistra, ha saputo scorgere ciò che non andava in certi intellettuali schierati da quella parte.
Citto Maselli: il ricordo di Steve della Casa
Steve della Casa ci dice che con Citto è molto facile litigare e poi andare d’accordo, poi litigare di nuovo e andare di nuovo d’accordo. Ma tutto ciò è dovuto al rapporto di sincerità che sussiste fra di loro. “Citto ha detto le cose più cattive su un lavoro che avevo fatto con Antonello Sarno. Avevamo intervistato un po’ di persone per sapere cosa avvenne a Venezia nel 1968, periodo in cui la Mostra fu sospesa per undici anni, sostituita da una manifestazione alternativa. Lui si arrabbiò da morire perché alcuni avevano preso in giro questo evento. Ma qualche tempo dopo eravamo di nuovo amici”.
Steve continua: “Citto è un uomo molto colto e da bambino giocava con la casa di Pirandello, da giovane è stato collaboratore di Michelangelo Antonioni. Quando parla si cinema e letteratura è molto piacevole”. Steve coglie l’occasione per ricordare la musicista che compose le musiche de Il sospetto, la talentuosa Giovanna Marini, una delle figure più importanti nello studio, nella ricerca e nell’esecuzione della tradizione musicale popolare italiana, ma che è stata anche autrice di canzoni e cantate di propria composizione.
C’è spazio per parlare anche del Vietnam, dei sogni politici di quegli anni ’60-’70, di pari opportunità, delle polemiche scaturite da alcuni film di Citto; Manzoli, professore all’Università Alma Mater di Bologna, ci dice che conobbe Citto Maselli a una premiazione dedicata a Ken Loach e in quella circostanza conobbe la sorella, che poi è diventata sua moglie.
I cambiamenti antropologici
“Citto racconta i cambiamenti antropologici della cultura dell’epoca con grande sincerità. Ha sempre detto quello che pensava ed è stato coerente con se stesso”, Manzoli aggiunge poi che Citto ha avuto la sfortuna di nascere in un periodo di grandi talenti, come Antonioni, anche se i film del regista emiliano sono molto più criptici e complicati rispetto a quelli di Maselli, che risultano molto più fruibili.
Negli intervalli fra un racconto e l’altro si delinea la figura di Citto, che pur non essendo alla presentazione è con noi nello spirito e tutti coloro che parlano di lui sono a loro agio.
Noi spettatori, incantati da questo cinema dei sentimenti abbiamo potuto salutare Citto un’ora dopo, quando ha ricevuto il meritatissimo Premio intitolato a Elio Petri, alla presenza della moglie Paola Pecoraro Petri.
La giuria che ha assegnato i premi è presieduta da Walter Veltroni e composta da Giuliano Montaldo, Steve Della Casa, David Grieco, Giacomo Manzoli, Alfredo Rossi e Paola Pegoraro Petri.