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XVIII Festival del cinema di Porretta: Il mangiatore di pietre

Tratto dal best seller di Davide Longo con la regia di Nicola Bellucci  (già autore di documentari come “Grozny Blues“) e interpretato, oltre che da Lo Cascio, da Vincenzo Crea, Bruno Todeschini, Ursina Lardi, Leonardo Nigro, Elena Radonicich, distribuito da Achab film, IL MANGIATORE DI PIETRE fra paesaggi innevati, campi e controcampi, primi piani ibrida il documentario con il cinema di genere per narrarci le vicende di un passeur, chiamato “il francese” ricercato sia dai criminali, sia dagli uomini di legge per l’indubbia capacità di attraversare itinerari montani spesso immersi nella vegetazione o oscuri alla luce.

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Al Festival del Cinema di Porretta Terme grandi novità, grandi personaggi e piccoli film densi di senso. Il mangiatore di pietre con Luigi Lo Cascio  accanto a Tony Driver, lo strano personaggio che non riesce a vivere nella sua terra natia, é un’altra opera interessante che abbiamo scelto nel Concorso Fuori dal giro

Il mangiatore di pietre di Nicola Bellucci con Luigi Lo Cascio

Presentato al 36 Torino Film Festival nella sezione Festa mobile, tratto dal best seller di Davide Longo con la regia di Nicola Bellucci  (già autore di documentari come “Grozny Blues“) e interpretato, oltre che da Lo Cascio, da Vincenzo Crea, Bruno Todeschini, Ursina Lardi, Leonardo Nigro, Elena Radonicich, distribuito da Achab film, fra paesaggi innevati, campi e controcampi, primi piani, il film ibrida il documentario con il cinema di genere per narrarci le vicende di un passeur, chiamato “il francese” ricercato sia dai criminali, sia dagli uomini di legge per l’indubbia capacità di attraversare itinerari montani spesso immersi nella vegetazione o oscuri alla luce.

Un’omicidio come pretesto

L’omicidio nel quale si indaga come in un thriller è il pretesto per mostrarci la vita è la storia di personaggi che abitano i loro luoghi e con essi creano un rapporto che riempie la cornice di contenuti.

Il ritmo lento scelto dal regista viaggia in perfetta sintonia con i paesaggi e la bellezza selvaggia dei luoghi e riesce a mostrarci le caratteristiche di ciascun personaggio attraverso dettagli e dialoghi mentre il passeur indaga sulla morte di un figlioccio, Fausto, al quale era molto legato, nonostante i diverbi presenti fra i due perché il secondo aveva accettato di trasportare ció che Cesare si era sempre rifiutato di fare.
Con una intensa scena il film si apre attraverso un dialogo fra Cesare, il passeur e la moglie interpretata da Elena Radonicich, che scopriremo soltanto successivamente essere morta. Molto intensa anche la figura di Sergio, interpretato da Vincenzo Crea, un ragazzo con un padre privo di sentimenti e crudo neo modi, che nel passeur cerca qualcuno in grado di aiutarlo per una giusta causa e una figura paterna che sia capace di dargli stabilità e continuità. Interessante anche l’interpretazione di Beppe Servillo, un criminale saccente che con frasi lapidarie detta le sue leggi.
Legami di attaccamento e codici comunicativi che vanno al di là dei significati apparenti in una sceneggiatura che appare a tratti un pò scarna ma odi, rancori, amicizie riescono a materializzarsi come personaggi che abitano altri personaggi evidenziando l’amicizia fra Cesare, alias Luigi Lo Cascio, e Ettore, e sue relazioni, i suoi desideri e le scelte che la vita gli impone.