Noi siamo infinito (The Perks of Being a Wallflower), un film del 2012 diretto da Stephen Chbosky. Il film è l’adattamento cinematografico del romanzo epistolare Ragazzo da parete, scritto dallo stesso Chbosky. Grazie ai suggerimenti di John Malkovich, produttore con la sua casa di produzione Mr. Mudd del film, Chbosky ha reso Noi siamo infinito una love story poco convenzionale in cui al centro non c’è solo un amore romantico ma anche l’amore verso gli amici, verso se stessi e, in definitiva, verso la vita. Il film è stato presentato al Toronto International Film Festival l’8 Settembre 2012, mentre la distribuzione nelle sale è avvenuta il 21 Settembre 2012 negli Stati Uniti d’America. In Italia, il film viene distribuito il 14 Febbraio 2013 con un anno di ritardo. Con Logan Lerman, Emma Watson, Ezra Miller, Nina Dobrev, Paul Rudd, Dylan McDermott, Mae Whitman.
Sinossi
Emotivo e timido, matricola delle scuole superiori che frequenta negli anni Novanta, Charlie (Logan Lerman) sta cercando di superare il trauma derivante dal recente suicidio dell’amico Michael, a cui continua a scrivere lettere in cui gli racconta come si sta evolvendo la sua vita. Bill (Paul Rudd), il suo insegnante d’inglese, cerca in tutti i modi di farlo uscire dalla situazione di stallo ma per Charlie non è facile dimenticare gli anni di una difficile infanzia. Divenendo il confidente ideale per i nuovi compagni e frequentando le prime feste, Charlie vede per la prima volta un mondo fatto di droga, aborti, sesso e in cui l’omosessualità potrebbe essere argomento di derisione e pesanti giudizi. La speranza di un futuro più roseo, però, non tarda ad arrivare quando si scopre per la prima volta innamorato di Sam (Emma Watson).
La recensione di Taxi Drivers (Anna Quaranta)
Scritto e diretto da Stephen Chbosky e tratto dal suo romanzo The Perks Of Being a Wallflower, Noi Siamo Infinito è la storia di Charlie (Logan Lerman), un adolescente alle prese con le insicurezze tipiche della sua età e un passato piuttosto doloroso, segnato da perdite importanti. Siamo a Pittsburgh all’inizio degli anni Novanta, Morrisey e gli Smiths cantano Asleep e Charlie sente il peso della sua età e gli ostacoli insormontabili della nuova vita che lo attende: la scuola superiore, i gruppetti, le conventicole di ragazzi omologati che se la prendono con gli “sfigati”. All’inizio non è facile, ma sul suo cammino di giovane sensibile e profondo, trova Mr Anderson, l’insegnante di letteratura inglese che lo prende quasi per mano e lo spinge a tirare fuori la sua personalità ricca, ma troppo assopita, per paura di fare rumore e disturbare: Mr Anderson (Paul Rudd) gli consiglia libri (tra cui Il Buio Oltre La Siepe di Harper Lee, oggi più di prima, nell’America di Obama, è il libro consigliato dal Presidente stesso contro ogni razzismo e discriminazione) che Charlie divora e lo spinge a coltivare la passione, comune, per la scrittura. E tra uno spintone e uno “sfigato”, Charlie riesce ad affrontare, inizialmente solo, la sua nuova realtà fino ad imbattersi in Sam (Emma Watson) e Patrick (Ezra Miller), due fratellastri che stanno all’ultimo anno e lo introducono nel mondo di quelli “in”, delle feste, della musica di qualità; Pat e Sam non sono due “fighetti”, hanno un bagaglio di dolore, per storie familiari andate male, amori sbagliati e vedono in Charlie la purezza, la genuinità di chi guarda il mondo per la prima volta, e in un certo senso se ne innamorano. Al gruppo di nuove amicizie di Charlie si aggiungono Mary Elizabeh (Mae Whitman), sedicente buddista, appassionata di Billie Holiday, e Alice (Erin Wilhelmi), curiosamente cleptomane. La storia segue il filo delle (dis)avventure scolastiche alla vigilia del diploma, dopo il quale tutti gli amici di Charlie partono per andare al tanto sospirato college. Charlie si ritrova nuovamente solo, a fare i conti con alcuni frammenti in sospeso del suo passato, ma con una forza interiore più salda e il suo punto di rifermento, Mr. Anderson, il prof di letteratura.
Nati dalla penna di Stephen Chbosky nel 1999, i personaggi di Charlie, Sam e Patrick riescono, nelle due ore di film, a crescere ed evolversi, aiutati anche dallo spazio filmico che fa da sfondo: molto emblematica è la scena nel tunnel, quando la radio passa Heroes di David Bowie e di fronte ai tre amici si apre il paesaggio metropolitano notturno illuminato della città di Pittsburgh (città natale di Chbosky stesso), metafora della vita adulta alla quale si stanno affacciando; Sam e Patrick, già fuori dal guscio, consapevoli che la scelta di essere se stessi, è vero, si paga, ma alla lunga premia, dando loro la possibilità di imbattersi in persone profonde e appassionate alla vita, come il giovane Charlie; il regista ha elogiato Logan Lerman dicendo che “la sua interpretazione è così sottile. È goffo, ma al tempo stesso bello e positivo. Vive ogni emozione con tale destrezza.” Dopo aver interpretato Hermione Granger negli otto film della saga di Harry Potter, Emma Watson dà l’anima al personaggio di Sam e supera brillantemente le difficoltà che ci sono quando si interpreta un ruolo che la gente già conosce, per via del romanzo, e in cui si identifica; Ezra Miller, che nel 2011 aveva interpretato magistralmente Kevin in We Need To Talk About Kevin di Lynne Ramsey, interpreta altrettanto brillantemente Patrick, il divertente e ironico fratellastro di Sam, la cui energia pervade tutto il film.
Il romanzo di Chbosky ha suscitato pareri contrastanti: considerato dai giovani adolescenti come una specie di cult, perché affronta le tematiche giovanili della diversità, del sesso, della droga, delle scelte che si fanno e che probabilmente incideranno sulla vita da adulti; eppure, nonostante il grande successo di pubblico, il romanzo è stato più volte messo al bando per gli argomenti considerati scottanti. Chi ha contribuito a far sì che il film non cadesse nel sentimentalismo è stato John Malkovich, uno dei produttori: Chbosky aveva girato le scene sia con un taglio romantico che con un più duro; “Prendi sempre il girato più duro” è stato il prezioso consiglio di Malkovich. La colonna sonora spicca fin dai titoli iniziali: Asleep degli Smiths, Heroes di David Bowie, Come On Eileen dei Dexy’s Midnight Runners, Dear God degli XTC scandiscono, insieme al ticchettio della macchina per scrivere, i momenti di crescita del film e dei personaggi. Nonostante i “vecchi” brani, il vinile, le musicassette, registrate attraverso la doppia piastra, la macchina per scrivere di Charlie, il film non ha affatto quella patina di nostalgia che si potrebbe immaginare: Chbosky è riuscito a racchiudere gli universali del sentimento che andavano bene per gli anni Novanta, così come per oggi. Essere se stessi è difficile, specialmente da adolescenti: ma arriva un momento in cui tutto sembra andare per il verso giusto, in cui si percepisce che va bene anche essere “giocattoli difettosi” e si acchiappa, anche solo per un attimo, la sensazione di essere infiniti, come infinita è la vita che verrà. “We can be heroes just for one day… ”