C’era molta curiosità ai Riff Awards 2019 per le proposte di Focus Ucraina – Il nuovo cinema ucraino: la realtà che ispira, sezione di corti e lungometraggi affidata all’esperta Nadia Zavarova. Molto varia la selezione. E tra i lavori visionati nei giorni scorsi al Nuovo Cinema Aquila una risonanza emotiva particolarmente forte la si è colta in My Father’s is My Mother’s Brother, documentario di osservazione riferito a una delicata situazione famigliare ritratta con profonda empatia, attraverso un approccio intimista dato dall’estrema vicinanza (fisica e ideale) della macchina da presa ai protagonisti.
Del resto Vadym Ilkov è cineasta esperto, che dopo essersi formato alla Kyiv National University of Theatre, Film and Tv si è disimpegnato con profitto in vari ruoli, distinguendosi quale direttore della fotografia in lavori di finzione, documentari e persino d’animazione, ma proponendosi anche nelle vesti di organizzatore culturale per festival e altre manifestazioni culturali. Come regista My Father’s is My Mother’s Brother è il suo primo documentario, ciò che sorprende è perciò l’istintiva naturalezza nel relazionarsi ai soggetti coinvolti e alla loro esistenza precaria, non priva di fonti di disagio o di improvvise difficoltà.
Il regista ha scelto del resto di pedinare i componenti di un piccolo nucleo famigliare, alle prese con l’eccezionalità della situazione da loro vissuta: Anatoly Belov è difatti un trasgressivo artista che si divide tra arti figurative e sperimentazione musicali, l’aggravarsi dei problemi di salute mentale della sorella l’ha costretto col tempo sia a farsi carico dei suoi problemi economici che ad occuparsi della figlia, una nipotina ancora piccola per la quale è diventato ormai quasi un padre. Calandosi con la macchina da presa in questo quadro famigliare senz’altro fragile Vadym Ilkov ne ha documentato con apprezzabilissima sensibilità tanto le contraddizioni che le piccole gioie, i momenti di maggiore intimità, restituendoci scene dal notevole impatto emotivo. Senza edulcorare e senza enfatizzare, quindi, ma esibendo al contrario una sintonia straordinaria con l’ambiente da lui esplorato, un ambiente che pare talvolta vibrare al ritmo dell’ossessiva musica House composta da Belov, l’artista che così generosamente si è voluto mettere in discussione lasciando filmare atti creativi e momenti di vita privata.