Storia di un talento eccelso; la regista Barbara Bentree ci racconta il grande pianista e compositore Dave Grusin nel documentario Dave Grusin: Not Enough Time, in concorso alla 18a edizione del Riff Awards 2019. Il film è un tributo al musicista, vincitore di un premio Oscar nel 1989 per la colonna sonora di Milagro e di diversi Grammy Awards, conosciuto ed amato in tutto il mondo. Tra le sue opere più note, ricordiamo le colonne sonore di Tootsie, I tre giorni del condor, Sul lago dorato, I favolosi Baker, Il campione, Il socio, Havana, Il paradiso può attendere.
Geniale, perfezionista, pianista talentuoso dotato di un incredibile senso del ritmo, Dave Grusin è un vero professionista; padre lettone emigrato in America e stabilizzatosi in Colorado, musicista ed orologiaio, madre musicista anch’essa, Dave e i suoi fratelli crescono a pane e piano; eppure Grusin inizialmente sceglie di seguire il ranch di famiglia. Sentendosi in colpa verso gli enormi sacrifici fatti dal padre per fargli studiare musica, decide in seguito di darsi una chance: diplomatasi all’Università del Colorado, College of Music, esordisce in televisione accompagnando Andy Williams nel suo show. Inizia così, la carriera di quello che è forse il più eclettico musicista del mondo del cinema. Dave Grusin infatti oltre ad essere un eccezionale pianista e compositore, è anche arrangiatore, performer e dirigente di una etichetta discografica. E veterinario mancato. Oggi si divide tra Los Angeles, Santa Fe e il suo ranch in Montana e ad 85 anni continua a fare concerti insieme al chitarrista Lee Ritenour.
Not enough time: non c’è abbastanza tempo; un sentimento provato da Grusin lavorando alle colonne sonore da film: la deadline per la consegna come una spada di Damocle sulla testa ad accelerare i tempi di creazione. Ma non c’è abbastanza tempo sembra essere un leitmotiv nella sua stessa vita: artista poliedrico ed instancabile, ha dedicato tutto se stesso alla musica ed al suo mondo, componendo, suonando, mantenendo e coltivando relazioni con innumerevoli musicisti ed artisti e fondando anche nel 1982, insieme all’amico e collega Larry Rosen, la GRP Record, etichetta di musica jazz.
Della vita privata di Grusin, la Bentree dà solo qualche accenno, con la testimonianza della seconda moglie e dei due figli che hanno seguito le orme paterne rimanendo nel mondo della musica; il focus del documentario, classico nella sua forma, è infatti proprio sulla musica, toccando i punti fondamentali della sua vita artistica. Spezzoni dell’Andy Williams Show, dei film più famosi di cui Grusin ha composto le musiche e di suoi concerti si alternano ad interviste a personaggi del mondo della musica come Quincy Jones, James Taylor, i parolieri Marilyn ed Alan Bergman ed altri quali Michael Keaton e lo scrittore Thomas McGuane. Tutte pennellate che dipingono il quadro di un uomo gentile, amichevole, modesto; lontano anni luce dagli sfarzi Hollywoodiani, Dave Grusin ha donato al cinema numerosi capolavori senza farsi fagocitare dallo star system e dai riflettori. Tanto che, nominato più volte per l’Oscar, nel 1989 decide di non presentarsi alla premiazione; assiste così dalla Tv alla sua vittoria, mentre Patrick Swayze lo ritira per lui. Lontano dai riflettori tranne quando è sul palco a suonare, Grusin intreccia però numerose relazioni amicali con il mondo Hollywoodiano; da Bud Yorkin che gli commissionò il suo primo lavoro per un film, Divorzio all’americana, al compositore Henry Mancini, Dave capisce subito che i rapporti interpersonali sono il perno attorno il quale ruota il lavoro nella città dei sogni.
Oggi, che la sua vita si svolge in gran parte nella cornice degli spettacolari paesaggi del Montana, che il documentario della Bentree, supportato da un’ottima fotografia, ci mostra in tutto il loro splendore, è ancora la musica il cuore pulsante di Dave Grusin. Perché, come afferma nella sua testimonianza chi lo ha ascoltato suonare, quando Grusin sfiora i tasti, lo stesso pianoforte usato poco prima da altri bravissimi musicisti si trasforma in uno strumento nuovo.