Il regista Max Nardari coinvolge un cast stellare nella sua divertente commedia in pieno stile anni ’80 con punte di trash esilaranti. Di tutti i colori è una coproduzione italo-russa girata tra Mosca e Roma ed ambientata nel colorato mondo della moda; in particolare, nella fantasiosa maison dello stilista Vladimiro, un grande Nino Frassica in lustrini e cagnolino (che porta il nome della famosa rivista di moda Vogue), che ci riporta ai tempi di Arbore e Quelli della notte.
La storia è quella del benestante Giorgio (Andrea Preti), giovane affascinante e bugiardo, più attratto dalle donne che dal lavoro con il padre (un irresistibile Giancarlo Giannini); in un ennesimo scontro con lui si licenzia, scommettendo di essere in grado di trovare un lavoro migliore. Buttato fuori casa dalla fidanzata, ospitato sul divano da uno dei suoi due più cari amici, dopo un primo momento di sconforto Giorgio, fingendo di essere gay, riesce a farsi assumere dalla casa di moda di Vladimiro con il nome di Giorgy. Qui incontra Olga, attraente ragazza russa venuta a lavorare nella stessa maison come vicepresidente; nascosto dalla maschera dell’omosessualità, ne diventa amico, conquistandone piano piano il cuore, complici un giro in motorino per la città in pieno mood ‘Vacanze romane’ e una gita ai Castelli con la madre di Olga, volata direttamente dalla Russia. Intorno a loro, gli stereotipati modelli del playboy Massimo (Paolo Conticini), che tenterà inutilmente di sedurre Olga, e del mondo gay modaiolo, rappresentato, oltre che da Frassica/Vladimiro, da un incredibile Luis Molteni nei panni del responsabile del personale Denis, dai suoi due fidi collaboratori, responsabili della campagna pubblicitaria, Salvo e Oreste (Armando Pizzuti e Roberto Carrubba) caricature di Dolce e Gabbana e infine da un silenzioso ma espressivo ‘Mr. Bean’ nostrano (Antonio Coppola) che pare stalkerare il bel Giorgio. Accanto a loro, segretaria della maison, una divertente Tosca D’Aquino infatuata del playboy Massimo.
Di tutti i colori è un riferimento alla casa di moda, a Vogue multicolor che diventa suo testimonial, ma può essere anche un modo di dire: di tutti i colori infatti ne succedono in questa commedia degli equivoci che miscela insieme ironia trash e romanticismo, guidata da una regia fluente e ritmata che coinvolge e diverte fin all’ultimo fotogramma. Una chicca: Giannini vestito da centurione, che vale da solo tutto il film.