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Cinema di fantascienza, il capolavoro è Blade Runner, che risale agli anni Ottanta

La trama ripercorre le vicende di quattro androidi Nexus-6 che sono scappati dallo spazio e hanno fatto in tempo a raggiungere il pianeta terrestre proprio pochi giorni prima rispetto ai quarantotto mesi di esistenza programmata che li caratterizza.

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Chi ama i film di fantascienza sa alla perfezione come gli anni Ottanta siano stati molto importanti per la prima diffusione di questo genere. In realtà, nonostante ci sia una grande ricchezza di contenuti, in confronto alle decadi precedenti, non ci sono delle pellicole che riescono a raccogliere un consenso unanime tra il pubblico, ma anche tra gli addetti ai lavori.

L’unico film che riesce a meritarsi applausi da entrambe le categorie appena citate è sicuramente Blade Runner, girato nel 1982 da parte dell’autore inglese Ridley Scott. La tecnologia è senz’altro una tematica molto cara a tanti registi, anche in virtù del fatto che ormai fa parte della quotidianità di ognuno. Ad esempio, il boom di smartphone e altri device mobili ha rivoluzionato anche altri settori, come ad esempio quello dei casino gratis, a cui ormai si accede sempre più di frequente proprio da mobile.

Film di fantascienza, Blade Runner è stato il capostipite

Nella pellicola Blade Runner, Deckard va a caccia di androidi in una Los Angeles chiaramente del futuro. La trama ripercorre le vicende di quattro androidi Nexus-6 che sono scappati dallo spazio e hanno fatto in tempo a raggiungere il pianeta terrestre proprio pochi giorni prima rispetto ai quarantotto mesi di esistenza programmata che li caratterizza.

Deckard sfrutta un test particolare, detto di Voight-Kampf per individuare i vari androidi grazie alle reazioni emotive che li caratterizzano. Ebbene, il cacciatore finisce, con il passare del tempo, per invaghirsi di un’androide donna che non ha la minima idea di esserlo, ovvero Rachel. Ed è proprio con quest’ultima che Deckard vuole mettere su famiglia e decide di non ritirarla.

I replicanti iniziali, però, erano ben sei: se uno è andato distrutto, vuol dire che in giro ce n’è ancora uno a piede libero. E sembra, da quello che emerge dalla trama del fiilm, che l’ultimo androide ancora in circolazione possa essere proprio lui, Deckard.

Insomma, il tema di base di questa pellicola è proprio il lato extraterrestre della nostra esistenza, in questo caso rappresentata dagli androidi e dal modo in cui finiscono per interagire con gli esseri umani in carne. Ed ecco che si creano i presupposti per le classiche domande se l’intelligenza artificiale del futuro sarà effettivamente in grado di realizzare la coscienza e se mai una macchina potrà essere simile ad un uomo.

Per tutti gli appassionati del genere, il monologo finale che viene recitato da parte di Roy Batty, l’androide, si è trasformato ben presto in cult a tutti gli effetti da non perdersi. Uno dei pregi di questa pellicola è certamente quello di aver reso Los Angeles estremamente ipertecnologica, con una pioggia praticamente perenne.

Un film che viene ritenuto da un gran numero di addetti ai lavori un vero e proprio capolavoro di stile, ma è stato anche il capostipite di un vero e proprio filone dell’industria cinematografica. Per chi ha una buona memoria, questo film è stato girato traendo ispirazione dall’opera, che ovviamente ha subito una serie di adattamenti, scritta da Philip K. DickIl cacciatore di androidi”.

Scanners di David Cronenberg

Un altro film che ha sicuramente fatto parte dello stesso genere è Scanners, girato nel 1981 da parte di David Cronenberg, un regista che ha sempre realizzato delle pellicole caratterizzate per essere una vera e propria via di mezzo tra il genere horror e quello di fantascienza.

La trama di Scanners, infatti, riprende le avventure di mutanti che presentano dei particolari poteri telepatici e telecinetici. I due personaggi principali sono Kim Obrist e Cameron Vale, interpretati da parte di Jennifer O’Neill e da Stephen Lack. Una storia che è veramente ingarbugliata, in cui il corpo diventa il fulcro di tutto, sia perché in esso risiedono i poteri mentali, ma anche perché al suo interno si verifica quello che viene chiamato “rito del farmaco trasmutante”.

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