Anche a Bologna – città medaglia d’oro per la Resistenza – la memoria ha ancora bisogno di essere difesa. Per questo Pop Up Cinema programma l’evento cinematografico dedicato alla coraggiosa Anne Frank (1929 – 1945), occasione per incontrare la grande Storia del ‘900 e stimolare un dialogo tra le generazioni oggi più che mai urgente e necessario.
Il film intreccia la storia di Anne, attraverso le pagine del suo diario, con quella di 5 sopravvissute alla Shoah, bambine e adolescenti come lei, con la stessa voglia di vivere e lo stesso coraggio: Arianna Szörenyi, Sarah Lichtsztejn-Montard, Helga Weiss e le sorelle Andra e Tatiana Bucci.
Solo l’11, 12 e 13 novembre, il Pop Up Cinema Medica e il Pop Up Cinema Bristol presentano al pubblico – e specialmente agli spettatori e alle spettatrici più giovani – il film che ci porta nella camera del rifugio segreto di Amsterdam in cui la ragazzina rimase nascosta per oltre due anni, ricostruita in modo straordinario e dettagliatissimo dagli scenografi del Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa.
Helen Mirren, Premio Oscar® come migliore attrice per The Queen, è la guida d’eccezione del documentario #AnneFrank. Vite parallele, scritto e diretto da Sabina Fedeli e Anna Migotto, con la colonna sonora di Lele Marchitelli, prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital in collaborazione con l’Anne Frank Fonds di Basilea, Sky Arte il Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa.
Anne Frank, nata a Francoforte il 12 giugno 1929, quest’anno avrebbe compiuto 90 anni.
Il docu-film a lei dedicato la racconta attraverso le pagine del suo diario: un testo meraviglioso che ha fatto conoscere a milioni di lettori in tutto il mondo la tragedia del nazismo, ma anche l’intelligenza brillante e il linguaggio moderno di una ragazzina che voleva diventare scrittrice.
Come sarebbe stata la vita di Anne Frank se avesse potuto vivere dopo Auschwitz e Bergen Belsen? Cosa ne sarebbe stato dei suoi desideri, delle speranze di cui scriveva nei suoi diari? Cosa ci avrebbe raccontato della persecuzione, dei campi di concentramento? Come avrebbe interpretato la realtà attuale, il rinascente antisemitismo, i razzismi di oggi? Certo è che, ancora oggi, Anne resta un punto di riferimento, uno specchio attraverso cui i ragazzi imparano a guardare il mondo e a farsi delle domande.
Nel film, seguiamo la giovane attrice Martina Gatti che viaggia per l’Europa alla scoperta delle tappe della breve vita di Anne e ci racconta la sua storia soprattutto attraverso i social, scrivendo una sorta di diario digitale capace di parlare ai suoi coetanei: un modo immediato per mettere in relazione le tragedie passate con il presente, di capire quale sia oggi l’antidoto contro ogni forma di razzismo e discriminazione. È la sua curiosità, la sua voglia di non restare indifferente, a farci riscoprire l’assoluta contemporaneità delle parole di Anne Frank, ma anche la forza delle voci di chi ancora può ricordare, quelle di Arianna, Sarah, Helga, Andra e Tatiana, le storie parallele. Come Anne Frank hanno subito, da giovanissime, la persecuzione e la deportazione. A loro è stata negata l’infanzia, hanno perduto nei lager madri, padri fratelli, amici, amori. Il silenzio del diario di Anne, che si interrompe improvvisamente con l’arresto di tutti gli ospiti del rifugio segreto di Amsterdam il 4 agosto 1944, è riempito dai racconti – potenti e irriverenti – delle sopravvissute.