La La Land: il musical da record con Emma Stone e Ryan Gosling
Damien Chazelle realizza un film travolgente nel quale cinema, danza e musica confluiscono con forza prorompente, conquistando e riuscendo più volte a commuovere. Il film da sei premi Oscar arriva su Netflix
Il titolo del film è sia un riferimento alla città di Los Angeles sia al significato di essere nel “mondo dei sogni” o “fuori dalla realtà”.
Chazelle ha scritto la sceneggiatura nel 2010, ma non ha trovato uno studio disposto a finanziare il progetto. Solo dopo il successo del suo Whiplashdel 2014, il progetto ha ottenuto l’interesse delle case di produzione. Distribuito da 01 Distribution
Il film è stato presentato in anteprima alla 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove Emma Stone ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile. Ha ricevuto 14 candidature ai Premi Oscar 2017. Ha eguagliato il record di film come Eva contro Eva e Titanic, aggiudicandosi infine 6 statuette. Si è aggiudicato sette Golden Globe, su sette candidature, il Premio del Pubblico al Toronto International Film Festival e molti altri numerosi riconoscimenti internazionali, diventando uno dei film più premiati e apprezzati del 2016.
La la land, la trama
Mia (Emma Stone), un’aspirante attrice, e Sebastian (Ryan Gosling), pianista jazz, incrociano le loro strade a Los Angeles. Entrambi sognatori, si innamorano e si ritrovano a condividere sogni, speranze e illusioni. Così come li ha uniti, la città può anche distruggerli: bilanciare amore e arte può risultare essere più difficile di quanto credevano.
La recensione di Taxi Drivers (Roberta Girau)
Dopo un esordio tutt’altro che silenzioso (Whiplash, 2015), Damien Chazelle apre la 73esima Mostra Cinematografica di Venezia in grande stile. Firma un musical travolgente nel quale cinema, danza e musica confluiscono con una forza prorompente in un’unica direzione, conquistando e riuscendo più volte a commuovere anche lo spettatore più lontano dal genere.
Chazelle unisce alla perfezione e con una grande cura dei particolari una serie di elementi formali ed estetici, colori, simmetrie, coreografie, luci. Essi entrano in totale sintonia con i contenuti e con le performances degli attori, utilizzando una colonna sonora che, oltre ad essere bellissima, è straordinariamente evocativa e trascinante. Contribuiscono in larga misura al coinvolgimento emotivo, tanto che ci si ritrova a intonarne i motivi più orecchiabili anche dopo la visione.
Due protagonisti perfetti per La la land
Entrambi all’altezza i due protagonisti, interpretati da Emma Stone e Ryan Gosling. Ma una menzione davvero speciale va indubbiamente a lei, splendida interprete femminile, che, al di là della sua incredibile e oggettiva bellezza, brilla letteralmente di luce propria. La irradia, la stessa trasmessa dai colori della pellicola, armonizzandosi perfettamente con le immagini.
Ryan Gosling, invece, che non detiene lo stesso patrimonio innato e naturale della sua coprotagonista, compensa assolutamente interpretando un ruolo nel quale riesce a restituire con grande efficacia una luce altrettanto intensa. Quella di un’essenza primaria, individuale, unica, calda, viva, il cui valore costituisce il nucleo centrale del film. L’attore canadese incarna il sogno e la passione più preziosi, quelli da tenersi stretti, da coltivare, da crescere, la fonte dell’energia che diventa forza propulsiva, tenendo in piedi e portando avanti l’individuo e nello stesso tempo, proprio perché possiede la chiara consapevolezza del valore infinito di quel bene così prezioso, la capacità di riconoscerlo in chi ama e di alimentarlo con talmente tanta intensità da dargli la forza di emergere e prendere vita propria.
L’ambientazione
Los Angeles fa da contesto ideale per accogliere la rappresentazione del valore dei sogni, del credere profondamente nelle proprie passioni. Anche del portare avanti ad ogni costo ciò che è frutto della propria linfa vitale, a prescindere dalla paura di non ricevere consensi, quella paura che paralizza. Ospita contemporaneamente anche gli aspetti più controversi e ombrosi di questo messaggio, che potrebbe sembrare banale, ma, oltre che essere reso magnificamente, non è mai inutile.
La narrazione segue un percorso molto semplice, quasi elementare. Sviluppa due elementi nodali fondamentali che si intersecano e si compenetrano nell’umanissima difficoltà di trovare un equilibrio. A uno sguardo più superficiale, data la risoluzione degli eventi con la quale esita la vicenda, potrebbe sembrare che individualità, passione personale e forza del proprio essere siano incompatibili con la condivisione degli stessi. Come se l’unicità e l’essenza primaria di un individuo non potessero essere contenute nello spazio limitato di una relazione, come se questa avesse dei confini troppo stretti per contenerne più di una. In realtà il film comunica esattamente il contrario.
Le tematiche di La la land
È assolutamente vero che purtroppo non sempre si verificano i tempi e le circostanze che consentano che soggettività e condivisione vadano di pari passo. E, soprattutto, che permettano di mantenere un rapporto vivo e in salute. Ma è altrettanto vero, e probabilmente è il concetto più bello comunicato dal film di Chazelle, che se quel talento soggettivo non fosse visto, sostenuto e riscaldato, non conserverebbe la forza, la costanza e il coraggio con i quali può essere portato avanti. Che tante volte è presente, ma che la solitudine non aiuta, non che non sia possibile che si manifesti, ma certamente l’essere riconosciuto e amato gli dà una grande spinta. E non è sufficiente che venga riconosciuto e amato da chiunque, altrimenti dipenderebbe dall’esterno, dai consensi, originerebbe e passerebbe da chi lo vede più che dall’anima di chi ne è portatore.
No, non da chiunque. Deve essere sostenuto da qualcuno che amiamo, da qualcuno che è importante per noi. Perché solo così quel riconoscimento, alla fine, non ha origine e viene nutrito dalla stessa nostra luce.
E così, anche se Sebastian e Mia si perdono, lui riesce a coronare il suo sogno. Gli dà un nome in funzione di chi lo ha visto, sostenuto e condiviso insieme lui quel sogno. E lei, altrettanto, lo realizza e vince le sue insicurezze soltanto spinta dal calore di chi la vede anche quando non è in grado di vedere se stessa e quello che vale. Questo spaziare tra individualità e condivisione si muove in una struttura solidissima nella quale tempo, memoria e ricordo hanno un ruolo fondamentale. Esso si manifesta sia dal punto di vista estetico, sia attraverso la colonna sonora, i costumi e gli elementi narrativi.
Tutto è naturale
Uno degli aspetti più pregevoli del film è che niente è forzato. Le componenti cantate e danzate non sono mai stucchevoli. Sono inserite in modo molto naturale e si alternano a quelle prettamente recitate senza imporsi o stridere in alcun modo. Quello che normalmente in Ryan Gosling viene considerato un difetto dai suoi detrattori, il suo essere poco espressivo, in questo caso diventa un vantaggio, facendo da contrappeso e stemperando la potenziale ipertrofia determinabili dalle performance di danza e canto, rendendole molto naturali e autentiche.
La La Land è un film che parla d’amore, di sogni, di stelle. Ma anche di paure e di rimpianti, delle strade che vengono chiuse irrimediabilmente da qualsiasi scelta e che non sappiamo dove ci avrebbero portato. In pochi, bellissimi minuti, Chazelle ci prende per mano. Ci permette di percorrerne più di una, dando un po’ di respiro a una realtà limitata. E ci offre per un attimo l’illusione di poter fare spazio ai sogni infranti. Di poter aprire le strade chiuse, con una freschezza e una delicatezza che non ci fanno sentire troppo forte il rumore quando cadono.
Anno: 2016
Durata: 126'
Genere: Musicale
Nazionalita: USA
Regia: Damien Chazelle
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