La sessantesima edizione del Festival dei Popoli di Firenze si è aperta ieri sera all’insegna della storia musicale e dell’immaginario popolare, proponendo in anteprima nazionale John & Yoko: Above us only sky, del regista americano Michael Epstein, nel quale ad andare in scena non è solo uno dei connubi artistici e sentimentali più famosi e discussi dello scorso secolo, ovvero quello tra l’ex Beatles John Lennon e l’artista concettuale Joko Ono, ma soprattutto la genesi di una canzone come Imagine e dell’album che ne prende il titolo, destinati a segnare un’intera epoca per le istanze pacifiste di cui negli anni ’70 si fece manifesto.
Organizzati come veri e propri filoni narrativi, il menage sentimentale tra John & Yoko e la cronaca delle sessioni necessarie alla messa a punto del disco in questione, pur delineando i due temi principali del film, quello della particolarità del legame tra Yoko & John, e l’altro, più artistico, volto a contestualizzare il fermento creativo che portò alla realizzazione dell’album, hanno come intento principale quello di mostrare come tanto nella vita privata quanto nelle cose pubbliche non si possa prescindere dalla assoluta empatia della coppia protagonista. Se è impossibile non trovare delle risonanze tra la decisione di lasciare i Beatles con il cambiamento dello stile di vita conseguente all’arrivo della figura di Yoko e dell’interpretazione dell’arte in chiave militante della nuova compagna, John & Yoko: Above us Only Sky non dice nulla di nuovo, parteggiando per una versione dei fatti lontana dalla propaganda di cui fu fatto oggetto la stessa compagna, ai tempi accusata di aver plagiato Lennon e qui ritratta in veste di musa ispiratrice (va detto che è stata proprio lei a fornire parte dei materiali inediti che costituiscono la parte più pregiata del film). D’altro canto, se c’è una qualità che ha il documentario di Epstein è di far parlare le immagini lasciando al pubblico la possibilità di farsi la propria idea rispetto alle opposte tesi. Agli atti e sullo schermo a essere protagonista è un Lennon pacificato, lontano dalle frenesie e dalle regole dello star system e parte in causa di un sodalizio intellettuale, artistico e sentimentale destinato a durare per sempre. È poi altrettanto evidente, in relazione diretta con una contemporaneità assai contrastata quale è la nostra, la necessità di una figura impegnata a ribadire e, in generale, a opporsi, a derive e a contraddizioni che il tempo ha mantenuto attuali.