Un anno di scuola raccontato in 86 minuti. Marco Polo è il documentario del regista fiorentino Duccio Chiarini (classe 1977), presentato ieri alla quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice nella città. Il regista ha ripreso l’interno di una scuola, l’Istituto Tecnico per il Turismo Marco Polo di Firenze, situato nel quartiere periferico dell’Isolotto, raccontando ciò che avviene durante l’arco dell’intero anno: un lavoro intenso e coinvolgente che ha visto la collaborazione del dirigente scolastico Ludovico Arte, degli studenti e dei 150 docenti che insegnano in questo istituto. Ne è venuto fuori un ritratto della buona scuola, mostrando i consigli di classe, il collegio docenti, le lezioni in aula con i professori che spiegano e gli alunni che sbirciano il cellulare. È un lavoro che ha visto impegnata la troupe per quaranta giorni, da metà Novembre fino agli esami di maturità; una settimana al mese ha ripreso l’attività scolastica, cercando di raccontare ciò che avviene quotidianamente all’interno di essa, comprese le problematiche relative di qualsiasi entità. Lo sguardo della macchina da presa si concentra su alcune classi, seguendone le diverse discussioni riguardo argomenti come il fascismo, l’immigrazione e l’integrazione sociale. Inizialmente i ragazzi erano intimoriti dalla presenza della troupe, ma in seguito è diventata per loro una normalità, imparando a non avere inibizioni nell’essere ripresi.
Il dirigente scolasticoha spiegato in un’intervista: “Tutti parlano di scuola, ma nessuno la vede da dentro: non volevamo fare uno spot sul Marco Polo, ma far vedere una scuola in cui potrebbero riconoscersi tutti: e quindi mostrare i consigli di classe, l’incontro con gli psicologi, le discussioni, la web radio”.
Marco Polo è un documentario che descrive in maniera efficace il sistema scolastico italiano, in particolare quello di un istituto professionale per il turismo, cercando di mostrare allo spettatore non solo i programmi da insegnare, ma sottolineando anche il valore dell’accoglienza, dell’integrazione e le innumerevoli sfide con cui la scuola li costringe inesorabilmente a fare i conti.