Presentato al concorso della Festa del cinema di Roma l’atteso film Il ladro di giorni di Guido Lombardi adesso sbarca su Netflix. Tratto dal suo omonimo libro, di origine autobiografica, ambientato sul finire degli anni ‘80 e l’inizio dei ‘90, Il ladro di giorni è un riuscito racconto di formazione di un padre e di un figlio.
Di cosa parla il film Il ladro di giorni
Salvo è un bambino che a 4 anni è stato privato di Vincenzo, tradotto in carcere a causa di un tradimento. L’ultimo ricordo che Salvo ha del padre è quello di “Mercoledì”, un piccolo Jeeg Robot giocattolo e di quel tuffo che avrebbe dovuto fare ma di cui ha sempre avuto paura. All’improvviso, nel giorno della sua prima comunione, arriva Vincenzo. Entrambi estranei, ormai diversi. Salvo è stato allevato da sua zia in Trentino (la Vanessa Scalera di Imma Tataranni – Sostituto Procuratore), perfettamente radicato in una vita ‘normale’, così distante dalle sue radici pugliesi (parla anche il Tedesco), ragazzino di lettere, con dentro già il senso del rispetto delle regole. Vincenzo, uomo del Sud, malavitoso, coraggioso e istintivo, che sa come cavarsela nella vita, è il suo opposto.
L’incontro con Vincenzo è uno shock per Salvo. Non vuole lasciare la zia e passare quattro giorni col padre, come Vincenzo intende fare. Partiranno alla volta di Bari, consumando un viaggio e le sue tappe nel quale ciascuno dei due scoprirà un po’ di più se stesso grazie all’altro. Salvo abbandonerà definitivamente la fanciullezza, entrando forzosamente nella roulette russa della vita.
Due convincenti protagonisti
Il road movie tutto italiano si poggia in primis su due belle interpretazioni (anzi tre, con Massimo Popolizio). Riccardo Scamarcio è perfetto dentro Vincenzo, riuscendo a dare vita per intero al personaggio che incarna: nato in un posto in cui dove per legge di natura si delinque, non ha mai conosciuto altri mondi oltre il proprio. Un po’ ‘cafoncello’, feroce e spietato quando serve, buono a modo suo. Augusto Zazzaro con Salvo ci mette davanti agli occhi una fanciullezza rassicurata, protetta, con dentro tutte le opportunità di una vita diversa da quella di suo padre. Non ancora formato nel carattere maschile, incapace di affrontare le proprie paure.
Questo confronto tra padre e figlio funziona, è ben scritto, e ogni deviazione dalla meta di un viaggio che nasconde altro avvicina e fa crescere il legame ed il confronto tra i due. Funziona anche la distanza geografica, il raffronto tra due porzioni di Italia entrambe affascinanti, che nei luoghi stessi recano la loro diversa anima. La macchina da presa si muove sicura, senza particolari affondi, ma reagisce bene a tutto, facendoci entrare a pieno nella vicenda.
Il film Il ladro di giorni: cosa va e cosa non va
Due sono le cose che non vanno in questo film: la colonna sonora che appiattisce emotivamente tutto, troppo scontata e uguale a mille altre, purtroppo. A cui si aggiunge un finale che smonta in una bolla di sapone la tensione costruita intorno al giallo a cui è legato l’arresto di Vincenzo. Un vero peccato, perché il film potenzialmente possiede tutti i tasselli per completarsi e tenere una propria identità.