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FESTIVAL DI CINEMA

Al via il FFDUL – Film Festival Diritti Umani Lugano (9-13 ottobre 2019)

Aprono Lynn Zhang con “One Child Nation”, Federica Angeli, sotto scorta per le sue inchieste sulla mafia romana, e due prime svizzere: “Rwanda” e “La cordillera de los sueños”

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È Rwanda (ore 9, Prima svizzera, Cinema Corso), diretto Riccardo Salvetti con Marco Cortesi, Mara Moschini, Aaron Maccarthy la prima proiezione del FFDUL. S’iniziano così le collaborazioni con le Scuole, già consuetudine del Festival. Prima concepita come opera teatrale, ora film, questa pellicola è la storia di uno dei più grandi grandi genocidi del ventesimo secolo, iniziato la notte del 6 aprile 1994, a seguito della morte di Juvenal Habyarimana, presidente dello stato del Rwanda. Accanto a 28 attori professionisti, in questo cast sono state coinvolte 480 persone provenienti dal Rwanda e da 24 paesi dell’Africa Centrale, alcune delle quali testimoni dirette del genocidio della popolazione Tutsi. A seguire il dibattito Origini di un genocidio, in dialogo Marcello Flores, storico, e  Fabrizio Ceppi, giornalista.

Segue (alle 13:30, Cinema Corso) One Child Nation, documentario che affronta la questione della politica del figlio unico in Cina. Un racconto testimoniale che coinvolge voci diverse, tra cui giornalisti, attivisti, genitori e funzionari pubblici, e che tratta di 35 anni di violazioni dei diritti umani su milioni di persone. Per Nanfu Wang, una delle registe, ora madre, investigare questa politica di restrizione forzata genera ricordi traumatici vissuti dalla sua stessa famiglia. Presente in sala la regista Lynn Zhang, per il dibattito post proiezione, con il giornalista Fabrizio Ceppi.

Segue Nos Défaites (ore 16,15, Cinema Corso), film diretto da Jean Gabriel Périot. Il regista francese coinvolge gli allievi di un liceo parigino in un progetto sul cinema militante. Le ragazze e i ragazzi, attraverso la realizzazione stessa della pellicola, ricostruiranno scene leggendarie tratte dai film di Tanner, del Groupe Medvedkine o di Godard. Fare questo film è il modo per interrogare le nuove generazioni sul valore delle lotte politiche, su quello che è rimasto e su cosa ci si aspetta dal futuro. Un film che propone una riflessione sull’urgenza di riformulare un dibattito politico tra le nuove generazioni. Proiezione in collaborazione con Syndicom Sindacato dei media e della comunicazione. Introduce la proiezione Giovanni Valerio, giornalista Corriere del Ticino.

A seguire (ore 18.15, Cinema Corso) ci sarà l’incontro con Federica Angeli, giornalista di Repubblica e ad oggi sotto scorta per le sue inchieste sulla mafia iniziate nel 2013. Di recente il processo al clan Spada ha visto dare l’ergastolo al boss mafioso che aveva fatto il segno della croce al figlio della giornalista. In occasione di questa conferenza, moderata da Aldo Sofia, a cui partecipano anche gli allievi del Corso di giornalismo della Svizzera italiana, e in collaborazione con Associazione Ticinese dei Giornalisti, le persone presenti in sala avranno occasione di discutere dell’importante questione della libertà di parola e del costo della verità quando sotto inchiesta ci sono personaggi potenti appartenenti a clan mafiosi. Il film tratto dall’omonimo libro di Federica Angeli, intitolato A mano disarmata, è in programmazione per giovedì 10 ottobre alle ore 14.15 (Cinema Corso).

La proiezione serale che inaugura (ore 21, Prima svizzera, Cinema Corso)  la sesta edizione del Festival è La Cordillera de los sueños di Patricio Guzmán, vincitore dell’Oeil d’or a Cannes come miglior documentario. Il regista Patricio Guzmán ci porta sulla catena montuosa andina per riscoprire il passato rimosso dai cileni: per parlare della Storia, della dittatura, di quello che nella memoria rimane. La Cordigliera diventa infatti metafora interpretabile in tanti modi quanti sono gli strati che formano la roccia. «In Cile» ha detto il regista «quando sorge il sole, si devono scalare colline, pareti e cime prima di raggiungere l’ultima pietra della Cordigliera. La Cordigliera è ovunque. Ma per i cittadini cileni è un territorio sconosciuto. Dopo essere andato a nord per Nostalgia de la luz e a sud per El botón de nácar ora mi sento pronto a girare questa immensa spina dorsale per esplorare i suoi misteri, potenti rivelazioni della storia passata e presente del Cile».

 

I biglietti e gli abbonamenti possono essere acquistati anche in prevendita su www.biglietteria.ch

Il programma completo è su www.festivaldirittiumani.ch/it/programma

I film sono in lingua originale e sottotitolati in italiano.

www.facebook.com/FestivalDirittiUmani.ch

www.twitter.com/FFDULugano

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