All’interno dell’Otranto Film Fund Festival sei stata uno dei membri delle due giurie, al fianco delle attrici Greta Scacchi, Ira Fronten, Astrid Meloni. Per la summer school del festival hai tenuto anche una masterclass di recitazione con Tommaso Ragno sul ruolo dell’attore.
Posso dire che è stata un’esperienza vitale. Ho trovato molto interessante la possibilità di incontrare dei giovani con cui discutere del lavoro dell’attore in maniera specifica. Abbiamo avuto un ottimo relatore, Luca Bandirali, intelligente e preparato che ci ha permesso con domande intelligenti di non essere generici.
Abbastanza recentemente, nel 2018, hai recitato in teatro al fianco di Ennio Fantastichini nell’opera Tempi Nuovi, per la regia di Cristina Comencini. Qual è il ricordo che conservi di Ennio? Come lo descriveresti a chi non lo ha conosciuto?
Ennio era un caro amico, un grande attore che ho sempre ammirato per la capacità di essere personale, mai omologato. Inoltre, aveva un rapporto etico con il proprio lavoro, aspirava alla bellezza e sapeva trasmettercela! Non era mai rassicurante, riusciva a portare lo spettatore in territori complessi ed ambigui. Questi sono gli attori che amo di più!
Il 17 settembre, a Bari, hai letto La Storia di Elsa Morante. Hai anche avuto la possibilità di portare in scena L’isola Di Arturo. Due opere molto diverse. Cosa ti affascina della scrittura della Morante o della sua personalità?
Elsa Morante è una grande scrittrice. Ho il privilegio di avere avuto dagli eredi la possibilità di leggerla in pubblico. In un momento storico in cui si tende a non avere più memoria dei grandi scrittori, a mortificare la nostra lingua, è fondamentale per noi attori onorare la loro grandezza.
La recitazione ti consente di interpretare ruoli differenti e di essere una vera e propria trasformista. Qual è, tra cinema e teatro, il ruolo che ti ha divertita maggiormente sinora?
Forse il ruolo di Tony Pagoda, nello spettacolo di Sorrentino. Un cantante cocainomane, super maschio: quale divertimento maggiore?
Il tuo debutto risale al 1989, in teatro. Dopo questi anni di splendida carriera, cosa ti ha insegnato la recitazione come donna, nella tua vita?
Credo che se questo lavoro viene fatto seriamente, la nostra immaginazione, e con essa tutta la nostra esistenza, viene arricchita, di altre vite, suoni, mondi, intelligenze. Questa per me è la vera funzione della recitazione: accarezzare vite, allargare i nostri orizzonti, renderci esseri più liberi.