FRANCO PIAVOLI, PETER SCHREINER, IVAN SALATIĆ, JELENA MAKSIMOVIĆ, DAMIAN NENADIĆ, BOJANA BURNAĆ, ELLIS DONDA, ROSSELLA OR, ECKHART SCHMIDT e ENRICO GHEZZI
La XVIII edizione del Festival Internazionale del Cinema e delle Arti I Mille Occhi si apre all’insegna del magnetismo della diva anni ’30 Mary Nolan, icona 2019 di uno dei più interessanti festival di ricerca sul territorio nazionale ed europeo, in programma dal 13 al 18 settembre al Teatro Miela a Trieste.
La Macchina Ammazzacattivi, titolo rosselliniano di questa diciottesima edizione, è possibile grazie alla convinzione e alla tenacia dell’Associazione Anno Uno, di un magnifico gruppo di collaboratori locali, nazionali e internazionali, degli interlocutori che lo ritengono indispensabile, a cominciare da un pubblico sempre più convinto e attivo.
Grazie al contributo di Fondazione CRTrieste,Fondazione Alberto e Kathleen Casali e tutti i project partners è stato possibile creare 11 percorsi. Tra i partners ha risposto in primis la Cineteca del Friuli, archivio regionale di rilievo internazionale, ma hanno aderito anche il Centro Sperimentale di Cinematografia, Cineteca Nazionale di Roma, il Museo Nazionale del Cinema di Torino, la Fondazione Cineteca Italiana di Milano, la Cineteca di Bologna.
Calandoci nel cuore del programma, FRANCO PIAVOLI, AL PRIMO SOFFIO DEL CINEMA, a cura di Cecilia Ermini, è l’omaggio de I Mille Occhi a questo grandissimo cineasta-poeta di cui a Trieste presentiamo la personale completa di Piavoli, con alcuni film in copia digitale da originali girati in 8mm e il capolavoro IL PIANETA AZZURRO (Italia, 1982; formato: 35mm, col.; durata: 89’. Copia 35mm da Cineteca Italiana.) «poema, viaggio, concerto su la natura, l’universo, la vita. Un’immagine diversa da quella sempre vista.» come ne disse Andrej Tarkovskij.
In questa personale completa vengono proiettati anche NOSTOS, IL RITORNO (Italia, 1989; formato: 35mm, col.; durata: 87’. Copia 35mm da Cineteca Italiana) un esempio di cinema sinfonico, un “universo simbolico e concettuale di miti e di archetipi” così come lo descrisse all’epoca Alberto Farassino su La Repubblica; VOCI NEL TEMPO (Italia, 1996; formato: 35mm, col.; durata: 87’. Copia 35mm da Cineteca Italiana) che ha per protagonisti gli abitanti del paese di Castellaro Lagusello, “capolavoro o no” scrisse Tullio Kezich sul Corriere della Sera “vorremmo che Voci nel tempo diventasse una visita d’obbligo per tutti coloro che ogni tanto avvertono il disagio della vita che fugge senza lasciarci il tempo di guardarla in faccia.”
A Franco Piavoli verrà consegnato il Premio Anno Uno, realizzato da Stefano Coluccio, “ad un preminente cineasta del nostro tempo”, la sera di mercoledì 18 settembre alle ore 21:00 al Teatro Miela, mentre il giorno prima, martedì 17 alle ore 18:30, terrà una lezione/masterclassaperta a tutti e coordinata da Cecilia Ermini.
Ed è con particolare piacere che il Festival affronta quest’anno la prima parte del percorso ECOLOGIA DI UN DELITTO. SIRO ANGELI E PAOLA DRIGO NELLA GEOGRAFIA INFINITA DI VITTORIO COTTAFAVI, un’indagine nel cinema di un regista che venne poco riconosciuto in vita, oggi considerato uno dei massimi cineasti italiani.
La Cineteca del Friuli, col Museo Nazionale del Cinema, RAI Teche e Fuori Orario hanno partecipato alla riedizione digitale del suo MARIA ZEF(Italia, 1981; formato: 16mm, col.; durata: 122’. Copia 35mm da Cineteca del Friuli) presentato all’ultima biennale cinematografica conclusasi qualche giorno fa a Venezia, e vogliono far scoprire la stratificazione di creazioni artistiche che Cottafavi è stato in grado di realizzare: l’opera dimenticata di una grande scrittrice veneta, Paola Drigo, la sua riscrittura in friulano del grande poeta carnico Siro Angeli, che si mette in gioco anche come attore nel personaggio tragicamente perdente di Barbe Zef, ispirato a una vicenda realmente accaduta in Carnia. Il film verrà proiettato nell’originale 35mm
Tra le prestigiose collaborazioni e gli ospiti che I Mille Occhi può vantare in questa edizione c’è anche quella con il critico finlandese Olaf Moeller che a Trieste presenta il primo capitolo del percorso POPOLI E PAESI D’ITALIA NEL CINEMA DELL’AUSTRIACO PETER SCHREINER, considerato un solitario, non solo nel contesto austriaco, ma anche in quello del cinema internazionale. Moeller ha curato una personale di Schreiner a Vienna e di questo regista che, nel corso di oltre quarant’anni ha infatti sviluppato una teoria e una prassi del fare cinema che è sua e soltanto sua, nel programma vengono proposti due film sul paesaggio italiano: I CIMBRI (Austria, 1981; formato: 16mm, b/n; durata: 125’. Copia 16mm da Österreichisches Filmmuseum su autorizzazione di Peter Schreiner), accostamento alla cultura in estinzione del piccolo villaggio di montagna di Giazza dove vivono ancora rappresentanti di una cultura originaria del XIII secolo; e poi ancora BELLAVISTA (Austria, 2006; formato: video, b/n; durata: 117’. Copia 35mm da Österreichisches Filmmuseum su autorizzazione di Peter Schreiner), nome di un hotel di Sappada, un’enclave linguistica delle Alpi Carniche, dove Giuliana dopo lungo tempo all’estero affronta un ritorno alle origini che la costringe a fare i conti con le luci e le ombre della sua vita. Il regista sarà ospite a Trieste.
CASTELLI DI SABBIA, III – INGOIARE LA LUCE è il terzo capitolo del percorso proposto da Mila Lazić nella cinematografia balcanica contemporanea con 12 film firmati tra gli altri da Bojana Burnać, Hana Jušić, Ivan Salatić, Jelena Maksimović, Marko Grba Singh, nuova generazione del cinema serbocroato- bosniaco- montenegrino che ha poco più di trent’anni, nata negli anni Ottanta nella Repubblica Federale di Jugoslavia e cresciuta durante il peggior periodo della sua storia. Oggi questi autori parlano e riflettono sull’eredità ricevuta con uno sguardo attento e un metodo analitico, mai didattico o didascalico. Il territorio artistico e produttivo, basato esclusivamente sul bisogno/urgenza di esprimersi è diventato un territorio unico. Castelli di Sabbia racconta questo felice e potente intreccio di collaborazioni. Protagoniste dei film selezionati sono sempre persone che “lottano e combattono”, cercando di trovare la propria strada all’interno delle architetture dissipate dall’eredità inesistente lasciata dai genitori.
Saranno ospiti a Trieste Viene Ivan Salatić, Jelena Maksimović, Damian Nenadić, Bojana Burnać
Ulteriore tassello di questa XVIII edizione sarà l’incontro con la giornalista e critica cinematografica Marina Silvestri che a Trieste presenterà la sua indagine su ANNA GRUBER, segretaria di edizione dei tre film del percorso GERMOGLI, IL TRITTICO LACERATO DI PIETRO GERMI: IL FERROVIERE (Italia, 1956; formato: 35mm, b/n; durata: 114’. Copia 35mm da Cineteca Nazionale); L’UOMO DI PAGLIA (Italia, 1958; formato: 35mm, b/n; durata: 120’. Copia 35mm da Cineteca Nazionale) e infine UN MALEDETTO IMBROGLIO (Italia, 1959; formato: 35mm, b/n; durata: 111’. Copia 35mm da Cineteca Nazionale). Diplomatasi giovanissima al Centro Sperimentale di Cinematografia, Anna Gruber ha collaborato come aiuto regista con Pietro Germi e Mario Soldati, René Clemént, Martin Ritt, Alessandro Blasetti e Vittorio De Sica. Fu Amica di Gina Lollobrigida di cui parla nel film-intervista di Orson Welles, PORTRAIT OF GINA. Numerosi inoltre i suoi reportage per Almanacco, storica trasmissione culturale della RAI, per tematiche, fatti e personaggi della cultura triestina ed i programmi radiofonici per la sede RAI di Trieste. Fra i suoi lavori anche il documentario DA CIÒ CHE DURA A CIÒ CHE PASSA realizzato nel 1978 per i cinquant’anni dalla morte di Italo Svevo. Nel 1953 aveva fondato a Roma il primo Actor’s Studio in lingua italiana e poi in lingua inglese; nel 1963 a Trieste la Scuola dell’Attore. Copioni, testi, diari e foto di lavorazione, sceneggiature per il cinema e il teatro sono conservati nel Fondo Benco e Gruber della Biblioteca Civica Hortis di Trieste, e alla Biblioteca Chiarini del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Cecilia Ermini e Stefano Miraglia sono invece i curatori di OUT OF THE PAST. ELLIS DONDA che ritrova lo sguardo del cineasta friulano, nato ad Aquileia, e che sembrava scomparso, o almeno, ufficialmente inattivo dal 2007. Interrogati, molti dei suoi compagni di lavoro è affiorato il ritratto di un intellettuale radicale, di un assiduo frequentatore del Filmstudio a Roma, che ha abitato a Parigi, che è stato grande amico di Jacques Lacan, oltre che a un ammiratore del cinema di Visconti e di Straub & Huillèt.
Il decennio degli anni ottanta è stato quello più prolifico: tra documentari per la RAI, tre libri pubblicati Il segno e il corpo di Zorro (1980),Metafore di una visione (1983) e Invocazione (1986), un’intervista a Roland Barthes (l’ultima, prima della morte dell’autore), la traduzione di un testo di Jacques Lacan, una mostra in galleria (Patmos, 1983), la messa in scena a teatro di un testo di Spinoza (Praefatio, 1984) e la partecipazione al festival di Salsomaggiore nel 1986 con un video, Altre Epifanie.
A I Mille Occhi viene presentato un campione della filmografia di Ellis Donda: ENGEL UND PUPPE (Italia, 1975; formato: 16mm, col.; durata: 21’. Copia 16mm da Collectif Jeune Cinéma) e due documenti girati per la RAI: [UOMINI E IDEE DEL ’900] PARIGI 50: L’ESISTENZA IMMAGINATA (Italia, 1981; formato: video, col.; durata: 60’. Copia digitale da BVU da Anno uno) e [MICROMEGA 1982] IL CORPO RUBATO – PRATICHE ANALITICHE E FORME DELLA SUGGESTIONE (Italia, 1982; formato: video, col.; durata: 50’. Copia digitale da BVU da Anno uno)
ENGEL UND PUPPE, prodotto dal CSC, come saggio finale, di un corso sperimentale gestito da Roberto Rossellini, è un lavoro a bassissimo costo, che ha permesso una critica radicale del cinema come linguaggio e di tutta la farsa produttiva che ne discende, mettendo a fuoco il momento produttivo come unico livello reale di costituzione di significazione, ed anche di azione filmica. Ellis Donda sarà per l’occasione a Triesteaccompagnato dalla sua attrice Rossella Or.
Altro tassello significativo del Festival sarà IN UN BALENO. PICCOLO OMAGGIO AL GRANDE GENIO DI LAUREL & HARDY con le versioni italiane in pellicola di alcuni dei classici di Laurel & Hardy scelti da Enzo Pio Pignatiello e Simone Santilli. Alcune di queste copie versano oggi in pessime condizioni di conservazione: proiettate centinaia di volte, risultano ormai molto logorate. Nel corso della XVIII edizione de I Mille Occhi, in collaborazione con la Cineteca del Friuli, siamo lieti di rendere ufficiale un’autentica “missione impossibile”: recuperare e restaurare, grazie alle nuove tecnologie, il patrimonio filmico della coppia in versione italiana con le voci di Mauro Zambuto e Alberto Sordi.
Grazie alla paziente ricerca archivistica e di mediazione presso collezionisti e cineteche pubbliche e private, un gruppo di appassionati e studiosi è riuscito a reperire la quasi totalità della filmografia di L&H in versione italiana in pellicola. Il passo successivo è stato la scansione in HD delle copie, la pulitura e regolazione digitale dei contrasti, la reintegrazione delle titolazioni originali e, non ultimo, la pulitura digitale delle tracce audio. È stato possibile effettuare tali lavorazioni grazie alla professionalità di Paolo Venier, tecnico e collezionista triestino che ha messo a disposizione la sua attrezzatura.
Ma tra i percorsi del Festivalsi continua a parlare di TUTTI I COLORI DELL’AMORE, II ECKHART SCHMIDT E LA COAZIONE DELLA BELLEZZAalla presenza del regista, della produttrice Gorana Dragaš e delle attrici Marilina Marino e Dalila Forcina alle proiezioni triestine.
Un altro omaggio è quello che I Mille Occhi tributa ad un grande regista indipendente italiano con NICO D’ALESSANDRIA, L’INDISPENSABILITÀ DEI COATTI. Di questo cineasta influenzato dal neorealismo e dal linguaggio cinematografico pasoliniano il programma propone EVELINA E MARCOALDO (Italia, 1966; formato: 35mm, b/n; durata: 10’. Copia 35mm da Cineteca Nazionale), IL CANTO D’AMORE DI PRUFROCK da T.S. Eliot, con la voce di Carmelo Bene (Italia, 1967; formato: 35mm, b/n; durata: 20’. Copia 35mm da Cineteca Nazionale) e L’IMPERATORE DI ROMA (Italia, 1988; formato: 35mm, b/n; durata: 84’. Copia 35mm da Cineteca Nazionale).
Questa XVIII edizione vede inoltre la partecipazione di un altro graditissimo amico, critico cinematografico, scrittore, autore televisivo, conduttore televisivo, regista italiano: Enrico Ghezzi, che sarà a Trieste per NOT YET EVENING. 30 ANNI (E OLTRE) DI FUORI ORARIO.
Di questi trent’anni e più si parlerà in occasione delle proiezioni di L’OCCHIO L’ORECCHIO LA BOCCA di Sergio Grmek Germani, con Roberto Farina, Gianni Romoli, Silvia Viglia, Enrico Ghezzi (Italia 1978, b/n, 20’, copia digitale da BVU da Anno uno); PORNOMI di Enrico Ghezzi, Marco Giusti, Sergio Grmek Germani (Italia 1982, col., 22’, copia digitale da BVU da Anno Uno).
La direzione artistica tributa uno speciale ricordo con Giuseppe Lippi, morte di un amico, un omaggio al giornalista, scrittore, traduttore, appassionato di fantascienza e curatore del mensile Mondadori Urania.
Verranno in suo ricordo proiettati LA CRIPTA E L’INCUBO di Camillo Mastrocinque, con Christopher Lee (Italia/Spagna 1964, b/n, 82’, copia 35mm da Cineteca Nazionale), UN ANGELO PER SATANA di Camillo Mastrocinque (Italia 1966, b/n, 90’, copia da 35mm da Cineteca di Bologna) e la “convergenza parallela” sarà appunto VENDO CARA LA PELLE di Ettore Maria Fizzarotti, con Michèle Girardon (Italia 1968, col., 88’, copia 35mm da Cineteca del Friuli).
Oltre ai partner istituzionali già citati in apertura, il Festival ringrazia per l’ospitalità il Teatro Miela e per la collaborazione Fuori Orario, Officina Film Club, Archivio Nazionale Cinema Impresa, Hravtski Filmski Savez, Restart, Non Aligned Films, Meander Films, Österreichisches Film Museum, Collectif Jeune Cinema, Archivio Storico del Cinema Italiano, Cineteca Bruno Boschetto, Raphaela Film Gmbh, AFIC, Casa del Cinema di Trieste, Patrimonio Culturale FriuliVeneziaGiulia e il Comune di Trieste.
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