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‘Nevia’ : l’infanzia negata raccontata da Nunzia De Stefano

Prodotto da Matteo Garrone, Nevia è l’opera d’esordio della regista Nunzia De Stefano

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Nevia, presentato nella sezione Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia, 2019, è l’opera d’esordio della regista Nunzia De Stefano.

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Nevia – RaiPlay

Il film, girato in un campo container nella zona periferica di Napoli, colpisce per la sorprendente e “sommessa” tenacia della protagonista. Nevia è una ragazza di appena 17 anni ma già troppo grande per il posto in cui vive; costretta a diventare adulta prima ancora di aver potuto vivere l’infanzia. Nevia è un’adolescente acerba, testarda e caparbia, cresciuta con la nonna Nanà, la zia Lucia e la sorella minore Enza. La protagonista cercherà, con tutte le sue forze, di farsi rispettare in un mondo che non offre alcuna possibilità; anzi nascere donna è una vera maledizione. Le sue giornate scorrono fra piccoli lavori, per portare a casa qualche soldo, e grandi responsabilità. Sarà l’arrivo di un circo che scompaginerà le carte ribaltando la quotidianità della ragazza.

Nevia produce anche Matteo Garrone

La regista napoletana, che ha già collaborato con Matteo Garrone per Gomorra, Reality, Il Racconto dei Racconti e Dogman, presenta Nevia con la fotografia di Guido Michelotti, le scenografie di Daniele Frabetti, i costumi di Massimo Cantini Parrini, le musiche di Michele Braga e la produzione di Matteo Garrone. Il film nasce da uno spunto autobiografico, ben visibile nella passione ed empatia insita nella pellicola. La regista ha infatti vissuto per ben dieci anni nei container di Marianella dopo il terremoto del 1980. Le famiglie sfollate dopo quarant’anni si trovano ancora lì, in luoghi senza spazialità, diventati comunità per emarginati della società.

La De Stefano adotta una vera poetica del pedinamento, che avrebbe reso fieri (forse) De Sica e Zavattini, facendo ruotare il tutto intorno alla protagonista. La macchina da presa la segue quasi temesse di essere seminata a sua volta, e Virginia Apicella, che interpreta la protagonista, mostra tutta la sua bravura per rendere Nevia un Personaggio. La scrittura della regista, nel tratteggiare il personaggio, si mostra però fin troppo presente, lasciando spesso trasparire una grande quantità di luoghi comuni in un tipo di cinema che ormai è estremamente visto. Nevia insomma tende a una rappresentazione piatta che non consente alle sottotrame (si guardi quella circense) di essere sviluppate adeguatamente, mostrandole come elementi fini a se stessi. L’altra nota dolente è sicuramente Pietro Ragusa, che nel film interpreta il responsabile del circo, un personaggio poco interessante e che sul set appare, decisamente, sopra le righe e mal gestito a livello registico. Il film, pur presentando una struttura abbastanza solida, pecca per il poco sviluppo del processo di formazione della stessa Nevia, ma ciò che rimane impresso è la forza di non mollare attraverso una calma disarmante. La macchina da presa fa agire Nevia in questi non-luoghi mostrandocene il degrado e la fatiscenza.

Un racconto di formazione

La regista parla attraverso uno stile privo di retorica, con estrema linearità e senza particolari guizzi visivi, evitando orpelli stilistici, ma prediligendo un sincero e onesto sguardo cinematografico. Il film però manca e soffre di una parte estetica significativa e di una capacità di racconto; non aggiungendo nulla di nuovo al già nutrito bacino nostrano di cinema di periferia.

Quello che rimane è la voglia di tratteggiare una realtà fatta di riscatto tutta al femminile, alla disperata ricerca d’indipendenza e libertà dal mondo maschile. Nevia, ad ogni modo, si presenta come un racconto di formazione di una giovane ragazza nel periodo più significativo della crescita come quello adolescenziale e, se il contesto sembra già segnare il suo destino fatto di schiavitù, lei decide di lottare fino in fondo. Nevia si sporca, lavora e non abbandona mai la concezione del “fare” per la dignità e la propria libertà: la protagonista non ha bisogno di nessun uomo al suo fianco per potersi realizzare, lei ha già le idee chiare sulla sua vita. Con caparbietà e risolutezza cerca di lottare per il proprio posto nel mondo.

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