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Venezia 76: The New Pope di Paolo Sorrentino (Fuori Concorso)

The New Pope continua la ricerca di Paolo Sorrentino dell’anima dietro la Chiesa, nel disperato tentativo di capire l’essenza dell’uomo smarrito di fronte all’Immanente. Astrazioni, quadri visivi di potente fascinazione, flash inquietanti: ancora una volta una grande seduzione sul piano formale

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La prima stagione si era conclusa con il giovane Papa che cadeva a terra, preda di una misteriosa malattia: e questa seconda non può, quindi, che aprirsi con la ricerca del nuovo Papa da parte di monsignor Voiello e la sua corte. Partono con il piede giusto, le nuove puntate del Papa di Paolo Sorrentino: perché aprono infinite possibilità narrative con il comodo escamotage del nuovo enclave in vista, e perché fortunosamente e fortunatamente aderiscono in maniera fatale a quell’attualità che ha visto l’avvicendamento storico di due papi viventi nello stesso momento, l’uscente Benedetto XVI e l’attuale Francesco.

Ma i punti di contatto non finiscono qua: The New Pope continua a confondere i confini tra realtà storica e romanzata, anche se ormai il cinema sorrentiniano va per altri lidi. Perché un’altra conferma che viene da questa sorprendente serie Sky è proprio quella che il cinema del regista de L’Amico di Famiglia è particolarmente adatto alla lunga serialità, alle sue cadenze e ai suoi ritmi: un cinema antirealistico, metaforico e stratificato, che parte dalla realtà delle cose per deformarla secondo lo sguardo profondamente personale di Sorrentino, metabolizzarla e risputarla fuori asservita alle sue geometrie sceniche, le sue pause, le sue rincorse. The New Pope mette in scena altri misteri e nuovi personaggi, continuando a comporre un mosaico gigantesco che restituisce una narrazione labirintica quanto affascinante: vicina più a Twin Peaks che a Roma, la serie risuona echi e suggestioni esterofile, pur rimanendo profondamente italiana, ma soprattutto rilegge sottotraccia vicende e personaggi restituendone le storie ammantate di spiritualismo e ricerca affannosa di una verità umana sempre dietro l’angolo, sfuggente quanto immanente.

E senza voler fare spoiler, si può dire che il nuovo Papa ha gli occhi bistrati e l’andatura sinuosa di un John Malkovich in gran spolvero, che si affianca a un cast già collaudato e innesta una nuova energia nella compagine: tra dolori mai superati, ombre dal passato, intrighi di palazzo e religiosi poco religiosi, The New Pope continua la ricerca di Sorrentino dell’anima dietro la Chiesa, nel disperato tentativo di capire l’essenza dell’uomo smarrito di fronte all’Immanente. Astrazioni, quadri visivi di potente fascinazione, flash inquietanti (con i quali Sorrentino sembra tornare al mai sopito amore per Federico Fellini: qua, più che altrove, seguendo le orme fantasmatiche di Giulietta Degli Spiriti), tracce che sembrano condurre al capolavoro ma che andranno giudicate ovviamente solo a serie conclusa. Eppure, almeno dal punto di vista formale, la seconda stagione pare annunciare la volontà di Sorrentino di spingere ancora più pesantemente, senza prudenza, su una lieve blasfemia che trasforma l’accennata religiosità del primo capitolo in uno spiritismo inquieto ed enigmatico. Perché se a spiazzare non può essere più l’idea, ci pensano le immagini, a partire da una sigla illuminata come un film di Nicholas Winding Refn e arredata come un set di Silvano Agosti. Fondamentale dal punto di vista produttivo, poi, The New Pope conferma la vitalità di Sky Italia e di quella produzione seriale italiana che tramite le nuove piattaforme ha saputo rinvigorire un immaginario che il più delle volte, al cinema, risuona stantio e fiacco.

  • Anno: 2019
  • Durata: 120' (episodi 2 e 7)
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia, Francia, Spagna, USA
  • Regia: Paolo Sorrentino

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