Su Netflix, Memorie di una geisha, film del 2005 diretto da Rob Marshall è basato sull’omonimo romanzo di Arthur Golden e prodotto dalla Amblin Entertainment di Steven Spielberg.
Il Film nel 2006 ha vinto tre Academy Award (Migliore fotografia a Dion Beebe, Migliore scenografia a John Myhre e Gretchen Rau, Migliori costumi a Colleen Atwood). Il film, girato nel sud della California ed in alcuni luoghi di Kyōto, come il tempio Kiyomizu-dera ed il monastero di Fushimi Inari-taisha, è stato proiettato in pubblico negli Stati Uniti il 9 Dicembre del 2005 dal consorzio composto da Columbia Pictures, DreamWorks e Spyglass Entertainment. Il suo budget di produzione è stato di 85 milioni di dollari. Negli USA il film fu proiettato in sole 1.654 sale, guadagnando 57 milioni di dollari. Durante la sua prima settimana di prime visioni in solo 8 cinema guadagnò 85.313 $ per sala, ponendolo al secondo posto come incassi di prima visione per il 2005, solo dopo Brokeback Mountain. Ebbe un grande successo internazionale. L’8 aprile del 2006, gli incassi mondiali ammontavano a 157,7 milioni di dollari. Con Gong Li, Zhang Ziyi, Ken Watanabe, Michelle Yeoh, Mako, Eugenia Yuan.
Memorie di una Geisha la trama
Una bambina giapponese viene strappata alla sua famiglia, che vive in miseria, per lavorare come serva nella casa di una geisha. Passano gli anni e la ragazza diventa a sua volta una leggendaria geisha di nome Sayuri. Bellissima e ricca di talento, Sayuri seduce gli uomini più potenti dell’epoca anche se il suo cuore batte in segreto per l’unico che non potrà mai avere.
Scandito da una bellissima e intensa voce fuori campo, Memorie di una geisha racconta le vicende di vita di Sayuri, figlia “in eccesso” di un poverissimo e disperato Giappone rurale, di lì a poco protagonista del secondo conflitto mondiale. Illustrato dalla magistrale musica di John Williams, dagli stupefacenti costumi di Colleen Atwood (strameritato oscar) e dalle musiche di Yo-Yo Ma, il mondo delle geishe cattura e avvolge l’occhio dello spettatore grazie alla perfezione formale e al solido impianto narrativo, tratto dal romanzo omonimo.
La recensione
La trasposizione cinematografica di Rob Marshall (Chicago) è vincente, seppur edulcorata e di matrice occidentale. Ottimi interpreti tra i più famosi d’oriente (cino-giappo-malesi) in un calderone attoriale studiato per l’incasso. Proibito in Cina per ragioni storiche legate alla prostituzione. Per questo film Marshall si è attorniato di esperti e studiosi della cultura giapponese, infatti le scenografie e i costumi, come pure le musiche risultano essere accurate ricostruzioni del recente passato nipponico, anche il cast è eccellente, formato per lo più da star internazionali come Ken Watanabe, Michelle Yeoh e Ziyi Zhang (viste entrambe ne La tigre e il dragone) e la ormai celebre e pluripremiata Gong Li che interpreta magistralmente la geisha Hatsumomo, rivale di Sayuri, triste e rabbiosa schiava delle convenzioni. L’ostentata eleganza e l’estetismo di un film così postmoderno non vanno scambiate per puro formalismo, né compromettono la godibilità di quello che, onestamente, si presenta come un colossale, esotico affresco “d’antan”.
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