Vacanze romane, un film del 1953 diretto da William Wyler, interpretato da Gregory Peck e Audrey Hepburn. Il film, che capovolge la storia di Cenerentola, rese famosa la Hepburn, che prima di allora aveva interpretato ruoli secondari in varie produzioni britanniche ed era conosciuta dal pubblico statunitense per la sua interpretazione di Gigi, nell’omonima commedia teatrale. Inoltre fu il film che rese famosa in tutto il mondo anche la Piaggio Vespa. La trama fu ispirata dalla vera storia d’amore della principessa Margaret d’Inghilterra, sorella della regina Elisabetta II, ed il colonnello della RAF ed eroe di guerra Peter Townsend. In realtà, due anni prima dell’uscita del film, la principessa britannica era scappata in Italia per una vacanza in anonimato. La sceneggiatura che vinse l’Oscar ed il soggetto furono inizialmente accreditati ad Ian McLellan Hunter e John Dighton. In realtà, erano stati consegnati a McLellan Hunter dal collega Dalton Trumbo che “per motivi politici è accusato di tradimento contro lo stato” e perciò non poteva operare nella produzione cinematografica. Morì nel 1976, ma l’Oscar gli fu riconosciuto solo nel 2011. McLellan Hunter durante la cerimonia del 1954 non lo ritirò. Uscito nelle sale statunitensi nell’agosto 1953, il film ebbe un grande successo di pubblico e di critica, rendendo famoso lo “stile” di Audrey Hepburn che, dopo poco tempo, verrà pubblicizzato e seguito da tutte le riviste di moda del mondo, grazie alle splendide e note immagini del fotografo di scena Augusto Di Giovanni. Il film incassò in tutto il mondo 12 milioni di dollari.
Sinossi
La giovane principessa Anna (Hepburn) si trova a trascorrere una vacanza con i genitori e il seguito a Roma. Un bel giorno, stanca delle cerimonie e del protocollo, se la svigna e prova a mescolarsi ai comuni mortali. Si innamora di un giornalista americano, Bradley (Peck), che la trova addormentata su un muretto e la porta a casa sua, ignaro della vera identità della ragazza. Lo scopre il giorno dopo dal giornale e, meditando un grosso scoop, si accorda con un amico fotografo per fare un servizio sulla faccenda.
Un capolavoro di sobrietà, romanticismo ed umorismo messi assieme: Vacanze romane è una commedia sentimentale capace di far sognare e sperare il suo pubblico anche a distanza di più di 60 anni dalla sua uscita. Una sorta di Cenerentola al contrario, in cui la Principessa Anna (Audrey Hepburn), oppressa dagli impegni e dal rigido protocollo reale, sogna di abbandonare la reggia fatata e di concedersi un giorno di libertà a Roma, città nella quale è in visita. E oltre al divertimento, la bella principessa trova anche l’amore: Joe Bradley (Gregory Peck), giornalista americano che inizialmente finge di non conoscere la sua identità per scrivere un sensazionale articolo, ma che finisce per innamorarsi di lei. Girato interamente a Roma negli studi di Cinecittà nel 1952, la commedia sfrutta non solo la popolarità di Gregory Peck, ma anche l’evidente intesa con una giovanissima Audrey Hepburn insuperabile nel film Colazione da Tiffany, qui al suo primo ruolo da protagonista che le valse il Premio Oscar nel 1954: un’interpretazione fresca e genuinamente divertente, come nella celebre scena alla Bocca della Verità, dove il coprotagonista improvvisò e finse di aver perso la mano, suscitando la reazione impaurita e vera dell’attrice. Il film, inoltre, invia il messaggio di quanto le cose semplici della vita possano essere anche le più belle: girare per il mercato del paese e rischiare un taglio sbarazzino di capelli sono delle esperienze incredibili e del tutto nuove per la protagonista, che trova sullo sfondo di una Roma assolata il vero amore. Ottima anche la spalla di Eddie Albert nel ruolo di Irving, lo spensierato fotografo amico di Joe che fornisce uno spassoso contributo alla vena comica del film. La regia di William Wyler, infine, è un esempio di eleganza e di ricercatezza che frenano la vitalità movimentata della città nella quale la pellicola è ambientata: una cornice unica che ha reso indimenticabili alcune scene, come quella del giro in Vespa, e ancora più intrigante il gioco d’amore tra i due protagonisti. Nonostante il finale un po’ malinconico, Vacanze romane rimane una delle commedie più deliziose e divertenti di tutti i tempi, simbolo di uno stile e di una grazia cinematografici che non esistono più.