La locandina recita “Erano entrati per fare un servizio come tanti… ora è troppo tardi per uscire”.
Visto nelle sale cinematografiche italiane a fine Gennaio 2009, Quarantena altro non è che il rifacimento a stelle e strisce dello zombie movie spagnolo [Rec], firmato nel 2007 dai maestri locali dell’horror Jaume Balagueró e Paco Plaza e trasformatosi negli anni in una vera e propria tetralogia.
Rifacimento prodotto dai Doug Davidson e Roy Lee che, in fatto di remake yankee di successi stranieri, già avevano provveduto a finanziare le versioni in lingua inglese degli orientali The ring, The grudge e Infernal affairs (quest’ultimo divenne The departed – Il bene e il male di Martin Scorsese).
Rifacimento al cui adattamento, però, il regista John Erick Dowdle – affiancato in fase di sceneggiatura dal fratello Drew – pare si sia cominciato in realtà a dedicare ancora prima che Balagueró e Plaza terminassero il montaggio del film, incentrato sulla cronista televisiva Angela Vidal che, interessata a realizzare un servizio sul lavoro notturno dei pompieri, li segue con tanto di cameraman all’interno di un complesso di appartamenti dove sembra essersi diffuso un virus capace di mutare i comuni mortali in esseri rabbiosi affamati di carne umana.
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Quindi, un The Blair witch project – Il mister della strega di Blair in salsa morti viventi che, tra interviste a sopravvissuti non ancora infetti e tragico intervento delle forze dell’ordine, non poteva certo non suscitare l’interesse da parte di Dowdle, proveniente dal thriller in stile documentaristico The Poughkeepsie tapes.
Il Dowdle dedicatosi in seguito anche al found footage Necropolis – La città dei morti e che, sostituita la protagonista originale Manuela Velasco con la Jennifer Carpenter di The exorcism of Emily Rose e calato il Jay Hernandez di Hostel nei panni di un vigile del fuoco, ripropone in maniera fedele gli azzeccati stratagemmi – dalla macchina da presa irrequieta da effetto mal di mare al curato sonoro per generare suspense e jump scare – cui hanno fatto ricorso i due cineasti iberici, sfruttando, però, un taglio generale leggermente più spettacolare rispetto al lungometraggio di riferimento.
Un modo di girare che, pur snaturando in parte l’effetto di realismo che dominò [Rec], grazie alla confezione decisamente più lussuosa ha finito per rendere Quarantena in grado di appassionare anche tutti coloro che non hanno avuto l’occasione di visionare il prototipo; tanto che nel 2011 John Pogue ne ha curato il godibile sequel Quarantena 2, ambientato a bordo di un aeroplano e reinserito nei binari della comune pellicola dell’orrore, in quanto privato del look di falso documentario.
Con commento audio dei fratelli Dowdle, dieci minuti di dietro le quinte, tre di anatomia di uno stunt e sette incentrati sugli effetti speciali di trucco realizzati da Robert Hall, lo rende disponibile su supporto blu-ray italiano CG Entertainment (www.cgentertainment.it), in collaborazione con Sony pictures Home Entertainment.