Film da Vedere

Hollywood Ending di Woody Allen

Woody Allen, interpretando un regista afflitto da cecità psicosomatica, personaggio-simbolo della paralisi creativa del cinema, prende in giro la Hollywood parolaia, quella popolata di produttori abbronzati; prende in giro il cinema europeo snob, i registi megalomani, la critica e anche se stesso

Published

on

Hollywood Ending, un film del 2002 scritto e diretto da Woody Allen. Il titolo è traducibile come finale hollywoodiano, o finale alla Hollywood; malgrado all’apparenza possa sembrare una commedia leggera, questo film si riallaccia alle tematiche care a Woody Allen, un regista statunitense che non ha mai condiviso le mode del suo paese né il suo gusto. Presentato fuori concorso al 55º Festival di Cannes, il film è uscito nelle sale statunitensi il 3 Maggio 2002, e in Italia il 31 Ottobre dello stesso anno.

Con Woody Allen, Téa Leoni, George Hamilton, Mark Rydell, Treat Williams, Debra Messing.

Sinossi

Val Waxman, nevrotico regista in crisi e in declino, è stato lasciato dalla moglie Ellie, che si è accasata col produttore hollywoodiano Hal Jaeger. Ora Val vive realizzando spot pubblicitari, e quando Hal (su pressioni di Ellie) gli propone di tornare sul set, è ben lieto di accettare: ma un’improvvisa cecità di natura psicosomatica lo colpisce, rendendo assai complicata la lavorazione.

Hollywood Ending è forse il film più autobiografico di Woody Allen, che qui mette sullo schermo quelle critiche che vengono dirette a lui stesso, critiche sul fatto di girare film non commerciali come per snobbare il pubblico. Allen è sempre stato un outsider di Hollywood, un estraneo in casa, un regista libero costretto a confrontarsi però con logiche di mercato che libere non sono. La costante preoccupazione di dover soddisfare un pubblico distratto da un lato e potersi esprimere liberamente dall’altro provoca una frustrazione che il regista ha voluto fissare su pellicola con opere come Hollywood Ending.

Il regista Val Waxman è una personificazione non troppo velata dello stesso Allen, e nella pellicola sono numerosi i riferimenti a se stesso, al suo stile cinematografico e alla sua carriera. Woody Allen, interpretando un regista afflitto da cecità psicosomatica, personaggio fra farsesco e angoscioso simbolo della paralisi creativa del cinema, prende in giro la Hollywood parolaia, quattrinaia, popolata di produttori abbronzati; prende in giro il cinema europeo snob, i registi megalomani ed esigenti che pretendono di ricostruire il set di Central Park, la critica, se stesso. Hollywood Ending è divertente ma anche un po’ triste. Si può disquisire sulla metafora psicoanalitica della cecità, con riferimenti a Tiresia e ad Edipo, anche già oggetto di riproposizione cinematografica, come in Nuovo Cinema Paradiso, dove l’anziano proiezionista Alfredo (Philippe Noiret) dice testualmente «ora che ho perso la vista, ci vedo di più». Si può disquisire di qualsiasi tematica trattata dai film di Woody Allen, ma resta il fatto che Hollywood Ending, diversamente dalle altre opere recenti del regista, sia un film divertente. Senza bisogno di ricorrere a macchiette (come le svampite di La dea dell’amore e di Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni), quest’opera fila liscia e quasi logica nella sua assurdità.. Può apparire discutibile l’espediente finale della riappacificazione del protagonista con il figlio, ma si tratta semplicemente di un meccanismo per favorire lo scioglimento della vicenda. Nei suoi film dell’ultimo ventennio, anche da questo punto di vista, Woody Allen ha fatto decisamente di peggio.

Commenta
Exit mobile version