Marocco, 2018. Due adulti discutono su una partita di pallone e su di un asino che dovrebbe trasportare del “detersivo”. Da tutt’altra parte ci sono due bambini che stanno percorrendo una lunga strada che li porterebbe alla loro città natia. A scatenare il corto circuito che da il via, al grazioso e divertente cortometraggio di Yves Piat, vincitore del premio del pubblico e menzione speciale per la sceneggiatura all’edizione del 2019 del Cisterna Film Festival, è il ritrovamento del detersivo da parte del bambino più piccolo d’età, durante una perlustrazione al confine con l’Algeria. Da lì in poi sarà una rocambolesca avventura piena di ostacoli da superare e di pericoli da evitare.
Il regista Yves Piat ci mostra, in netta contraddizione, due mondi separati: da una parte abbiamo due adulti che cercano di sbarcare il lunario grazie alla malavita, pensando di fare il colpo gobbo; dall’altra parte invece troviamo due bambini ribelli e per un certo senso ingenui, ancora troppo giovani per comprendere la situazione a dir poco paradossale. Il Marocco che si intravede nel corso del cortometraggio è una nazione arida, sporca e malsana. All’orizzonte tutto appare oscuro e nebuloso, il sole è così incandescente che quasi brucia i corpi stagnanti, ormai abbandonati a loro stessi, nelle proprie abitazioni. In Nefta Football Club non vi è un attimo di tregua, il corso degli eventi non smette mai di interrompere la sua corsa inarrestabile, come fa del resto il motorino guidato dal bambino più grande di età – seppur con qualche fermata necessaria – durante il proprio percorso.
Yves Piat, affrontando il tema delle responsabilità delle proprie azioni e di una realtà giovanile allo sbando più totale, guarda con speranza e sincerità a un futuro possibilmente più roseo. Nefta Football Club ha il merito di saper divertire e di coinvolgere lo spettatore nel migliore dei modi, grazie alla sua continua evoluzione narrativa e ai suoi quattro personaggi esilaranti e per certi versi fuori dagli schemi. Difatti, non mancano di certo i momenti no-sense (alla Tarantino per intenderci) che aggiungono bidimensionalità alla caratterizzazione dei personaggi, come ad esempio quelli forse meglio recitati e scritti: i due adulti che litigano sul fatto che l’asino avrebbe dovuto ascoltare la cantante britannica Adele (nello specifico la canzone Someone Like You) al posto di un cantante locale sconosciuto per portare a compimento il suo compito pattuito, o quello dei due bambini che bisticciano su quale sia il migliore calciatore al mondo tra Mahrez e Messi. Nel film di Yves Piat a convincere maggiormente è proprio la sceneggiatura, scritta da quest’ultimo, assolutamente brillante e dirompente.
Yves Piat, al suo secondo cortometraggio, si dimostra essere un emergente interessante e da tenere d’occhio. Un regista coraggioso, energico e sorprendente che regalerà senza ombra di dubbio grosse soddisfazioni. Una partita di calcio è appena incominciata, il sipario si può finalmente chiudere, non ci resta che attendere l’alba di un nuovo giorno sperando sia più giusto di questo. D’altronde è solo una questione di punti di vista e per un bambino Mahrez sarà sempre più bravo e più forte tecnicamente di Messi.