Nevermind. Non importa. O forse, in questo caso, non ha importanza. Perché in fondo “nella vita nessuno mai sa cosa cazzo sta facendo”. Eros Puglielli torna alle origini e ci regala un film a episodi perfettamente incastonati tra di loro, descritti con il suo classico mood paradossale, grottesco e surreale. Una commedia ai limiti dell’impossibile, sconcertante, che pure lascia passare il senso di una realtà distorta ma a tratti vera.
Nel prologo il trait d’union della storia: un rinomato psicologo, uscito dalla radio dove interviene settimanalmente in una rubrica a lui dedicata, viene investito da un carro attrezzi mentre è intento a gustarsi una grossa pastarella e lasciato sul selciato. Storia di ordinaria quotidianità nel mondo odierno, insensibile ed irresponsabile, ma che darà il via ad una reazione a catena imprevedibile ed incontrollabile. Entriamo così nella vita di alcuni suoi pazienti e, come in una scatola cinese, scopriamo la storia nella storia, una storia abilmente incastrata come un domino in quattro distinti episodi che intersecano personaggi singolari collegati tra loro da un invisibile fil rouge.
Nel primo, Il ravanatore, una segretaria lavora per un avvocato con abitudini “particolari”; il suo dentista è il datore di lavoro della protagonista del secondo episodio, Babysitter, in cui una ragazza deve occuparsi di un bambino inesistente; il fidanzato della ragazza è un imprenditore senza capitale che nel terzo episodio, Ziopadre, torna al paese natio e ritrova un vecchio amico d’infanzia con un presente incestuoso; nell’ultimo episodio, Non lo posso vedere, Valerio, aspirante cuoco ossessionato da uno zotico e prepotente collega alla scuola di cucina, Beppe, arrivato direttamente da un programma tv, Il trono di spiedi, ci riporta al nostro psicologo, da cui Valerio era in cura. Nel frattempo, il nostro trait d’union è tornato al lavoro adottando comportamenti a dir poco bizzarri, fino allo scoppio della ‘bomba ad orologeria’ nella sua testa che lo porterà in fin di vita in ospedale. Unici al suo capezzale, il suo paziente Valerio e un suo collega psicologo, che prenderà in cura il primo consigliandogli una cura particolare: l’utilizzo di una tecnica mentale che fa letteralmente sparire le persone, cancellando mentalmente giorno per giorno una parte della persona odiata. E l’aspirante cuoco si dimostrerà molto abile nel suo utilizzo, facendo sparire prima il suo rivale e poi tutto il mondo intorno a lui. Ad eccezione del nostro psicologo. I due si ritroveranno nell’epilogo, uno uscito dall’ospedale e l’altro, sull’orlo della pazzia, ridotto a fare il barbone. Un incontro spezzato dal perseguitante carro attrezzi del prologo, a chiudere il cerchio della storia.
Il mondo descritto in Nevermind, così fuori dagli schemi e oltre ogni immaginazione, diverte ma lascia un retrogusto amaro: il regista ci racconta storie all’apparenza inverosimili ma che sono delle ‘leggende urbane’ con un fondo di verità; dal pirata della strada su carro attrezzi all’avvocato ravanatore, dall’uomo d’affari che perde tutto alla coppia che non accetta una realtà senza figli, dai popolari show di cucina alla delicata questione dell’incesto, Eros Puglielli descrive storie di ordinaria follia in un’Italia sempre più social ed ossessionata dalla popolarità, in profonda crisi di valori, culturalmente in corsa al ribasso, umanamente aberrante. Ma lo fa con leggerezza, utilizzando le tecniche del paradosso, del surreale, del grottesco, spinte al limite estremo. Ma Nevermind è anche l’equivalente del termine giovanile ‘Scialla‘: a volte ci ingrippiamo in problemi che non possiamo risolvere, cercando soluzioni limite, quando basterebbe liberarsi dalla ragnatela dei nostri pensieri lasciando andare le cose come vanno: Nevermind, appunto, non importa.
Un bel film divertente e profondo, ottima la regia di Eros Puglielli , bravi gli attori ad interpretare personaggi al limite tra paradosso e realtà; tra tutti, Paolo Sassanelli è lo psicologo tormentato dal carro attrezzi, Andrea Sartoretti l’aspirante cuoco Valerio, Giulia Michelini la baby sitter, Massimo Poggio il suo fidanzato in difficoltà economica, Alberto Molinari l’avvocato dalle strane manie.
Michela Aloisi