Insomnia di Christopher Nolan, con Al Pacino e Robin Williams
È il remake di un film norvegese omonimo, diretto da Erik Skjoldbjærg nel 1997. Con Al Pacino, Robin Williams, Hilary Swank, Martin Donovan, Maura Tierney.
Insomnia, un film del 2002 diretto da Christopher Nolan. È il remake di un film norvegese omonimo, diretto da Erik Skjoldbjærg nel 1997. Con Al Pacino, Robin Williams, Hilary Swank, Martin Donovan, Maura Tierney. Il film è stato girato tra Alaska e Columbia Britannica. La maggior parte delle riprese si sono svolte nella cittadina di Squamish, vicino a Vancouver, nella primavera del 2001. Il film ha incassato 67.355.513 di dollari negli USA e 46.359.317 di dollari negli altri paesi fra cui 7.093.913 in Giappone e 4.801.066 in Francia.
Sinossi Will Dormer, detective di Los Angeles, si reca in una cittadina dell’Alaska con il collega Hap per indagare su un omicidio. Durante una perlustrazione alla ricerca dell’assassino, uccide fortuitamente Hap, col quale aveva litigato la sera prima. Will, per paura, racconta che a sparare è stato l’assassino in fuga. Quest’ultimo, però, ha visto tutto, e lo ricatta. Ad aiutare Will, divorato dall’insonnia e dai sensi di colpa, ci pensa la detective Ellie.
Insomniaè la terza opera da regista per Christopher Nolan, forse quella meno personale, diretta su commissione e basata su una storia non scritta né sceneggiata da lui (remake di un film islandese del 1997). Nonostante questo si tratta di un thriller efficacissimo, teso come una corda dall’inizio alla fine. Nolan dirige in modo impeccabile, grazie all’aiuto della fotografia naturalistica di Wally Pfister, contraddistinta da toni accesi e asfissianti, spietata come la luce del giorno che non tramonta mai. Non dà certezze allo spettatore, non gli rivela mai se la morte di Hap è stato davvero un incidente o no. Distrutto dall’insonnia e dalle allucinazioni, lo stesso Will a un certo punto confessa di non sapere più cosa è successo tra la nebbia. Personaggio dilaniato dalla responsabilità e dai sensi di colpa, Will è il fulcro morale della storia. Gli presta il volto scavato e dolente, gli occhi sempre più chiusi e allucinati, un Al Pacino monumentale in una delle sue più grandi prove di sempre. Si resta a bocca aperta nel vederlo aggredire da mastino infallibile i testimoni e l’assassino, tentare inutilmente di coprire le tendine della stanza d’albergo da dove trapela spietatamente e inesorabilmente la luce, e parlare con un tono di voce sempre più basso e doloroso. Ingiustamente sottovalutata è però la prova d’attore del suo diabolico antagonista, un Robin Williamspacato che nasconde tutti i dilemmi di una mente malata. Completa il cast una giovane e dolce Hilary Swank, lontana dai ruoli mascolini che l’hano resa famosa. Sequenza finale meravigliosa: scontro epocale e furente, e finalmente l’agognato sonno. “Lasciami dormire, lasciami dormire un pò“. Un buon film sufficentemente claustrofobico, dove un Al Pacino all’altezza del compito e un insolito Robin Williams cattivo (ma non troppo) “giocano” al gatto e al topo in una notte sempre più lunga ma sempre meno notte, scontrandosi entrambi con un sonno che non arriva mai e che trasforma la percezione della realtà in un ovattato mondo parallelo. Alla fine diventerà difficile stabilire chi veramente sia dalla parte della ragione e chi del torto