Non ti muovere è un film del 2004 diretto da Sergio Castellitto. La pellicola è tratta dal romanzo omonimo di Margaret Mazzantini (moglie di Castellitto), ed è interpretata dallo stesso Castellitto, Penélope Cruz e Claudia Gerini. Il film uscì nelle sale italiane il 12 marzo 2004. Venne presentato nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes del 2004. Nel film l’attrice Penélope Cruz recita in lingua italiana, e la sua interpretazione è stata elogiata dalla stampa di tutto il mondo. Il San Francisco Chronicle l’ha definita «la nuova Anna Magnani del XXI secolo, in grado di comunicare la sua essenza in italiano meglio di quanto non riesca a fare in inglese». Non ti muovere ha ricevuto undici nomination ai David di Donatello, vincendone due (Miglior attore protagonista a Sergio Castellitto, Migliore attrice protagonista a Penélope Cruz). Ha vinto, inoltre, quattro Nastri d’Argento (Migliore sceneggiatura a Margaret Mazzantini e Sergio Castellitto, Migliore montaggio a Patrizio Marone, Migliore scenografia a Francesco Frigeri, Migliore canzone originale a Vasco Rossi e Saverio Grandi). Con Sergio Castellitto, Penélope Cruz, Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Marco Giallini.
Sinossi
Una quindicenne cade dal motorino e viene trasportata nell’ospedale in cui il padre Timoteo lavora come chirurgo. Mentre un collega opera la ragazza, Timoteo ripensa al passato e si mette a nudo, facendo cadere la propria maschera di genitore e di marito modello. In un immaginario dialogo con la figlia, rivela la storia di un amore extraconiugale consumato in una torrida estate di tanti anni prima.
La figlia dell’affermato chirurgo Timoteo è in fin di vita a causa di un incidente stradale. Nell’attesa di un miglioramento, il padre, turbato e confuso, rievoca la sua storia extraconiugale con una prostituta della miserabile periferia romana. Tratto dal fortunato romanzo di Margaret Mazzantini, best seller e Premio Strega 2002, Non ti muovere è portato sullo schermo dal marito dell’autrice, Sergio Castellitto. Film anomalo nel panorama italiano, fondato sulla centralità del corpo inteso in quanto carne e sulla polivalenza dell’elemento fisico inteso in quanto capace di passioni, si fa forte di una scrittura che scandaglia l’animo femminile più di quello maschile, esaminando tanto la subordinazione emotiva della saggia amante mal amata e condannata a non vivere quanto la componente viscida e brutale di un uomo ferito a morte. Melodrammone zeppo finché si vuole di simbolismi, non è un film piacevole ma dimostra uno scarto importante nella “narrazione sentimentale” del male fisico ed intimo non comune nel cinema italiano (non a caso ha avuto un certo riscontro nel suo sfruttamento all’estero). Resta l’apice della ditta Mazzantini-Castellitto, benché non sia del tutto chiaro fino a che punto possa essere giudicato con l’istinto animale l’attrazione amorosa tra Timoteo e Italia. Castellitto attore si dirige senza briglie in una sovra-recitazione che comunque lascia emergere lo squallore di un disperato, mentre quella di Penélope Cruz, in un ruolo a rischio di macchietta, è una scelta felicissima. Lasciano segni importanti anche Angela Finocchiaro, Claudia Gerini e Marco Giallini. Reparto tecnico in gran forma: fotografia intensa di Gianfilippo Corticelli, scene efficaci di Francesco Frigeri, montaggio incalzante di Patrizio Marone, musiche funzionali di Lucio Godoy con canzoni di Leonard Cohen e un inedito di largo successo, Un senso, ad opera di Vasco Rossi.