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Film da Vedere

Ghost Dog, il codice del samurai secondo Jim Jarmusch, con Forest Whitaker

Tra Rashomon di Kurosawa e Frank Costello di Melville, Ghost Dog di Jim Jarmusch mantiene un andamento jazz dall'inizio alla fine, con acuti di solisti di gran classe. Il film si ricorda ed è diventato oggetto di culto soprattutto per la “coolness” del personaggio principale, un Forest Whitaker nel ruolo della vita

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GHOST DOG

Ghost Dog: un film dai molteplici spunti

Ghost Dog – Il codice del samurai (Ghost Dog: The Way of the Samurai) è un film del 1999 scritto e diretto da Jim Jarmusch e interpretato da Forest Whitaker. È stato presentato in concorso al 52º Festival di Cannes. Il regista prende spunto da molte tipologie di film (western, thriller, commedia), ma la sua fonte d’ispirazione primaria è il film Le Samouraï (in italiano Frank Costello faccia d’angelo) di Jean-Pierre Melville, uno dei padri del noir. Costato due milioni di dollari, il film ha incassato 9.380.473 dollari nel mondo, di cui 3.308.029 dollari negli Stati Uniti. Con Forest Whitaker, John Tormey, Victor Argo, Isaach De Bankolé, Henry Silva.

Sinossi

Ghost Dog con i suoi amati piccioni vive in una capanna posta in cima ad un edificio. La sua giornata è scandita dall’osservanza delle regole d’onore di un antico codice di samurai e dall’assolvimento del suo lavoro di killer a pagamento al servizio del mafioso Louie. La sua tecnica è semplice Ghost Dog arriva, esegue e poi invia a Louie un piccione per informarlo del lavoro fatto. Per una serie di disguidi succede che un incarico non venga rispettato e Ghost Dog diventi il bersaglio di una caccia all’uomo.

Jim Jarmusch e il cinema degli attraversamenti

Ghost Dog è il soprannome del protagonista, un taciturno e solitario killer buddista, un samurai moderno, estremamente rispettoso del codice d’onore, fedele al mafioso Louie, che gli ha salvato la vita in passato. Le samouraï è il titolo del bellissimo film di Melville a cui chiaramente Jim Jarmusch si rifà qui, non solo nella trama e nell’antieroe esistenzialista, ma anche nei tempi morti, che a dire il vero da sempre caratterizzano il suo cinema di attraversamenti, molto più vicino alle atmosfere raffinate degli autori europei che a quell’America comunque presente, nella fascinazione e nell’esplorazione dei luoghi, da cui i film di Jarmusch non possono prescindere.

Decostruire il genere

La città notturna di Ghost Dog, attraversata a piedi o in auto dal protagonista, oppure al centro di inquadrature a volo d’uccello, si fa personaggio, con le sue luci e i suoi vicoli, le case in cui il killer penetra per portare a termine le sue missioni. Una città che, da sempre, è fondamentale nel “crime movie”, macrogenere di cui, con ironia tutta postmoderna alla Tarantino e con la stessa operazione che in Dead Man veniva applicata al western, Jarmusch si fa beffe. L’intento di decostruire un genere a tratti frena la libertà registica e narrativa, costringendo Jarmusch almeno a far finta di seguire dei codici strutturali e a contenere l’ambizione a livello di contenuti.

Forest Whitaker nel ruolo della vita

A maggior ragione che Ghost Dog gioca anche con il western, dal personaggio del vecchietto buffo e comico, alla sparatoria-duello finale, in cui il protagonista chiede sarcasticamente all’avversario se per caso sono finiti in Mezzogiorno di fuoco. Ma Ghost Dog si ricorda ed è diventato oggetto di culto soprattutto per la “coolness” del personaggio principale, un Forest Whitaker nel ruolo della vita. Un orso bibliofilo, impassibile come Takeshi Kitano, cattivo dal cuore d’oro, Ghost Dog stringe amicizia con una bambina, come Frankenstein (ma il libro è meglio del film, dice). L’unico altro amico che ha è il gelataio Raymond, haitiano e francofono, ma parlano due lingue diverse.

Nothing makes any sense anymore”

Il killer, però, è rispettato dalla comunità nera e la colonna sonora, prevalentemente hip hop, di RZA contribuisce a inserirlo, anche musicalmente, nel contesto afroamericano, oltre a definire ulteriormente l’atmosfera metropolitana a cui si accennava sopra. Nelle scene senza dialoghi, il film può risultare un po’ estetizzante, come un videoclip, per la fotografia, i movimenti fluidi della mdp, i ralenti, ma quando compaiono i mafiosi, tutti appassionati di cartoon, lo stile cambia. Ma basta l’inquadratura fissa di Ghost Dog che punta la pistola alla testa di Louie per capire che Jarmusch può passare, con la stessa efficacia, da un’estetica all’altra. Tanto, “nothing makes any sense anymore”.

  • Anno: 1999
  • Durata: 116
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Jim Jarmusch

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