Nicole Kidman è volata da Parigi a Taormina, per ripartire subito dopo il tappeto rosso. Affollato l’incontro nella sala del festival, l’attrice australiana, abito chiaro e i capelli lisci, parla volenteri di Big Little Lies, la serie che ha prodotto e interpretato e che ha cambiato la sua carriera. Racconta di come l’ha scelta: “Volevo essere libera, non in balia dei registi, coinvolta direttamente nelle scelte dei personaggi. In più una serie ti permette di esplorare un ruolo per tante ore, con profondità. Anche se non smetterò di amare i film e la mia grande passione rimane essere seduta in sala a piangere con il pubblico“.
Sull’influenza del cinema italiano: “Mi ha colpito il vostro realismo magico. Ho visto a Cannes La grande bellezza nella proiezione di mezzanotte e ne sono rimasta conquistata. Mi considero un’attrice globale, amo il cinema russo, francese, ma è iniziata con Fellini, poi c’è stato anche Kubrick, ma Fellini…… A quindici anni saltavo la scuola e andavo a chiudermi al cinema per vedere immagini che non sempre capivo ma che mi toccavano a livello viscerale più che intellettuale. In più nel vostro Paese mi sono sempre sentita compresa e apprezzata. La Mostra di Venezia mi ha invitato sette volte“: così Nicole Kidman alla masterclass tenuta al Festival di Taormina, dove ha ricevuto il premio Arte Award al Teatro Antico.
Molto bella, quanto algida, in un vestito floreale, l’attrice, 52 anni, con alle spalle un Oscar, quattro Golden Globe e due Emmy, si intrattiene su Italia, cinema (anche in qualità di produttrice) e riscatto femminile. Sul fronte della parità di diritti tra uomo e donna al cinema, i numeri “sono chiari e spaventosi – sottolinea -. C’è solo circa il vento per cento di realtà femminile nel settore. Così a un certo punto io e la Streep, in un incontro a Cannes, ci siamo dette: le donne devono chiamare a lavorare le donne. Una scelta che io faccio sistematicamente in qualità di produttrice“.