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Rapina a Stoccolma, Ethan Hawke e Noomi Rapace nel nuovo film di Robert Budreau 

Ritrovato Ethan Hawke, dopo Born to be blue, il regista Robert Brudeau scrive e dirige un film tessuto completamente sul paradosso. Hawke e Noomi Rapace duettano meravigliosamente

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Nel 1973 un uomo armato entra nella Kreditbank di Stoccolma sequestrando tre persone. Mentre la polizia cerca di mediare la situazione, proponendo scambi e soddisfacendo le richieste del rapinatore, nella banca si crea uno strano rapporto che verrà in seguito definito come Sindrome di Stoccolma.

Ritrovato Ethan Hawke, dopo Born to be blue, il regista Robert Budreau scrive e dirige un film tessuto completamente sul paradosso della situazione che si viene a creare nella banca. L’eccentrico rapinatore, indossata parrucca e vestiti da simil cowboy; dopo aver perfezionato il suo accento ‘svedese’, irrompe seminando il panico e mostrandosi subito come un personaggio che ha bisogno di ottenere qualcosa di più che un malloppo da portar via. La polizia si trova per la ‘prima’ volta a dover gestire una situazione drammatica e, assolutamente impreparata, cerca di seguire le direttive ministeriali, mostrando un’effimera unione al suo interno. Nel mentre, superata la paura iniziale, rapinatore e prigionieri iniziano letteralmente a passare del tempo insieme, dapprima giocando a carte a tavolino e dopo condividendo gli attimi del sequestro come se fossero tutti nella stessa condizione.

Ciò che convince di Rapina a Stoccolma è proprio l’aver mostrato il paradosso del dileguarsi della paura che si trasforma in complicità,  che non consiste nel riconoscere la rapina come un gesto giusto ma nell’empatia emotiva che si crea tra i quattro personaggi principali. Nonostante quello di Lars (Ethan Hawke) sia un carattere eccentrico, a tratti imprevedibile, gli altri finiscono per provare dei sentimenti positivi nei suoi confronti. Brudeau, che si mostra un regista intelligente, coglie questi momenti di trasformazione umana, lasciandoli nel confine che c’è tra il comico e l’ironico, suscitando interrogativi nello spettatore rispetto a cosa sta accadendo. Alternando i dialoghi a sequenze musicali in cui l’unico protagonista è Bob Dylan, è messa in scena l’emersione della sindrome nel rapporto uno ad uno tra Lars e Bianca (Noomi Rapace), una madre di famiglia, il cui unico pensiero è poter tornare dai propri figli, ma che sembra comprendere i sentimenti burrascosi dell’uomo. Arrivando a sacrificarsi per aiutarlo, Bianca padroneggia la situazione, attirando dapprima la simpatia e poi l’attrazione di Lars, che davanti a lei smette di essere un rapinatore, mostrando il suo essere.

Rapace ed Hawke sono un nuovo e riuscito duo, si spalleggiano e aspettano l’uno l’intenzione dell’altra, restituendo allo spettatore una curiosa coppia di amanti che però, nella sua mancanza di verosimiglianza, risulta convincente. Menzione d’onore ad Ethan Hawke, un grande attore che non ha di certo bisogno di nuove lodi, ma che in questa film ribadisce una padronanza espressiva, vocale e fisica invidiabile.

  • Anno: 2018
  • Durata: 92'
  • Distribuzione: M2 Pictures
  • Genere: Biografico, Storico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Robert Budreau 
  • Data di uscita: 20-June-2019

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