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Sicilia Queer Film Fest: Seuls les pirates di Gaël Lépingle

Una fiaba contemporanea, uno sguardo libero che parte dalla periferia per provare ad abitarla in maniera differente, e che indaga l’umanità dei personaggi ragionando su valori di comunità e spazi di socialità.

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L’impetuosità della vita sembra ostinata a prevalere sull’arte drammatica di Gèro (interpretato da Ludovic Douare), uomo di spettacolo sulla cinquantina. Non bastava il cancro che lo ha ridotto ad esprimersi con un sottile filo di voce. Adesso comincia a perseguitarlo pure il municipio, che vorrebbe abbattere la sua modesta abitazione e il suo piccolo teatro per costruire delle casette a schiera.

Ma il percorso di questo film francese, selezionato dal Sicilia Queer Film Fest, appare molto diverso dall’inesorabile precipitare degli eventi di Leviathan (2014), in cui il regista Andrei Zvyagintsev non lasciava scampo ad un protagonista minacciato dall’esproprio della sua casa, che man mano diventava sempre più dipendente dalle bottiglie di vodka. Qui le sole cose che Gèro inghiotte voracemente sono le pasticche a cui affida la propria guarigione dalla malattia. Lui non può permettersi di scoraggiarsi, come i pirati dell’opera che deve terminare di scrivere.

A riportare la bellezza nella drammatica realtà del teatrante ci pensa l’improvviso arrivo del nipote diciottenne (impersonato da Renan Prevot), pieno di entusiasmo nei confronti dell’arte teatrale e molto somigliante al ragazzo che un tempo era stato Gèro. L’adolescente si immerge con compiacimento nella lettura del testo sui pirati, tra un vecchio modellino di imbarcazione a vele spiegate e oggetti casalinghi che fanno viaggiare lontano la sua immaginazione.

In questo lungometraggio teatralmente ripartito in tre atti, ciascuno con il suo titolo e il suo sipario, l’universo sembra nettamente suddividersi. Da una parte i primi della classe, che rischiano di cancellare la poesia, convinti di salvare il mondo con un asettico progetto di razionalizzazione urbana. E dall’altra gli ultimi, che per sbarcare il lunario non disdegnano il furto o la violenza e conseguentemente sono costretti a un’esistenza in fuga. In medio stat virtus, sembra suggerire alla fine di Seuls les pirates il regista Gaël Lépingle.

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