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Film da Vedere

Operazione San Gennaro di Dino Risi, con Nino Manfredi

Dini Risi sguazza nel milieu che fu di Monicelli, Age e Scarpelli (e Nanni Loy), ma lo fa professionalizzando i mariuoli partenopei, più capaci e scaltri dei cugini romani de I soliti ignoti. Nino Manfredi è al massimo della forma, contornato da "comprimari" di lusso: Totò, innanzitutto, e Senta Berger, Mario Adorf, Enzo Cannavale, Giacomo Rizzo

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Operazione San Gennaro, un film del 1966 diretto da Dino Risi, con Nino Manfredi, Senta Berger, Totò, Mario Adorf, Claudine Auger, Harry Guardino. Le riprese si svolsero essenzialmente a Napoli e nei suoi dintorni. Il terrazzo di casa di Dudù è in via Toledo 424 (con panoramica sulla vicina cupola della Basilica dello Spirito Santo e la Certosa di San Martino), mentre la scena del banchetto nuziale è stata girata a villa Campolieto a Ercolano, famosa villa vesuviana progettata dal Vanvitelli. Carlo Croccolo in questa pellicola doppia diversi personaggi: in alcune brevi scene doppia Totò, ormai semicieco, imitandone la voce; doppia l’americano Jack in parte del film, l’autista Frank, Sciascillo, il Barone e il vecchietto davanti al televisore interpretato da Carlo Pisacane, tra gli altri. Anche Elio Pandolfi doppia diversi personaggi: Agonia, Giovanni Caputo e una turista tedesca. Nel 1967, il film avrà un sequel più o meno apocrifo, Operazione San Pietro con regia di Lucio Fulci e con Lando Buzzanca al posto di Manfredi.

Sinossi
Tre americani, e una donna e due uomini, arrivano a Napoli per svaligiare il tesoro di San Gennaro. Chiedono consiglio al boss Don Vincenza, che li indirizza ad Armando Girasole, detto Dudù. Il colpo viene effettuato nella notte in cui il “Festival della canzone” monopolizza davanti alla tv gente comune e forze dell’ordine.

La salvezza di Napoli passa per il suo patrono. Anche una gang di« forestieri» non può sgarrare con San Gennaro. Il succo di questo film, piccolo grande cult, si concentra esattamente nella mission impossibile – rubare il Tesoro dei tesori – destinata a fallire, perché il santo è il santo. Nino Manfredi al massimo della forma è Armandino Girasole detto Dudù che s’atteggia a ladro d’alto bordo nel contesto di una metropoli che ha addosso ancora qualche linea di febbre della Napoli milionaria. Risi sguazza nel milieu di Monicelli, Age e Scarpelli (e Nanni Loy), ma lo fa professionalizzando i mariuoli partenopei, più capaci e scaltri, benché cialtroni, dei cugini romani de I soliti ignoti. Alla sceneggiatura partecipa lo stesso Risi con De Concini e Barracco. Si aggiunge alle firme anche Manfredi, che quattro anni prima si era cimentato nella scrittura per l’episodio L’avventura del soldato del film L’amore difficile e in procinto di girare il suo primo lungometraggio Per grazia ricevuta (1970). Protagonista del film è indubbiamente Manfredi ma al centro della locandina ci finisce Totò, nella sua ultima apparizione in un lungometraggio, stella ormai indiscussa e pure finalmente sdoganata dopo la prova pasoliniana di Uccellacci e uccellini (dopo il ‘66 per il regista di Casarsa sarà attore in altri 3 mediometraggi). Nel film di Risi Totò veste i panni di Vincenzo detto ‘O fenomeno; un fenomeno dei furti, da non confondere con boss e capintesta: al contrario di un certo tipo di mafiosità, la camorra, anche letteraria e russiana, non rientrò mai nei canoni della commedia all’italiana. Menzione a parte per il Festival di Napoli che fa da colonna sonora «diegetica» al film. Tra i vicoli, nelle piazze, in ogni dove, risuonano Aurelio Fierro, Peppino di Capri e sua maestà Sergio Bruni (che vincerà quell’edizione con Bella). Quando c’è (quando c’era) “‘o Festival” a Napoli non si muove foglia. E divertentissima è infatti la scena in cui crolla un’intera parete per effetto della dinamite usata dai ladri e un fan di Bruni, concentratissimo sul suo idolo in tv, sbotta: «E chiurit’ sta porta!».

Operazione San Gennaro

  • Anno: 1966
  • Durata: 98'
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Italia, Francia, Germania
  • Regia: Dino Risi

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