Guardare sullo schermo gli inconfondibili vagoni gialli della u-bahn, i cortili silenziosi di Prenzlauer Berg e la torre di Alexander Platz che svetta sulla città ti accende in petto un misto di orgoglio, tenerezza, dolore e nostalgia. E riconosci quella luce orizzontale che illumina in modo così particolare la città – sì, “orizzontale”, così la definisce uno degli artisti intervistati nel documentario. Tutto questo, ovviamente, solo se hai vissuto a Berlino e l’hai amata, come il regista Vincent Dieutre e la sottoscritta.
Dieutre è in un certo senso un regista delle città, avendo realizzato numerosi docu-film in varie capitali culturali, da Roma a Bologna, passando per Buenos Aires e approdando stavolta a Berlino con Berlin Based. Attraverso i racconti di numerosi artisti francofoni che si sono stabiliti nella capitale tedesca, il documentarista vuole mostrarci come Berlino si intreccia con le storie delle persone, impregnandosene e a sua volta impregnandole della sua essenza. Scrittori, pittori, musicisti: tutti questi artisti hanno trovato a Berlino la propria base, ma non si sottraggono dal criticare i cambiamenti che hanno caratterizzato la città negli ultimi anni. La macchina da presa entra nelle loro case e nei loro atelier, quindi nel privato della loro vita e della loro arte. E gli artisti si raccontano, tra aneddoti e riflessioni, e soprattutto descrivono il loro rapporto con Berlino. A osservarli e ascoltarli c’è una donna silenziosa che segue il regista di casa in casa: forse una allegoria della città stessa, che accoglie senza sosta tutti questi stranieri dai mille sogni e dalle mille idee, che vedono in essa un’oasi di libertà e di creatività senza eguali. E noi speriamo che lei continuerà ad accoglierli (o dovrei dire accoglierci?) come ha sempre fatto.
Valeria Lotti