Personaggi

Franco Zeffirelli: il ricordo di uno dei più famosi registi italiani nel mondo

Luchino Visconti era stato il suo grande maestro, con le prime esperienze nel cinema come aiuto regista in La terra trema e in Senso. E poi Maria Callas, «la diva per eccellenza, l’artista più straordinaria e più completa», Liz Taylor e Richard Burton, Lawrence Olivier, Mel Gibson, Glen Close, Judy Dench, Maggie Smith. Un ricordo di Franco Zeffirelli

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È morto nella sua casa a Roma, sull’Appia Antica, Franco Zeffirelli. Sceneggiatore, attore, regista, aveva 96 anni. “Ciao maestro” si legge sul sito della fondazione che porta il suo nome: “Si è spento serenamente pochi minuti fa Franco Zeffirelli. Era nato a Firenze 96 anni fa. La scomparsa è avvenuta alla fine di una lunga malattia. Il maestro riposerà nel cimitero delle Porte Sante di Firenze“. La camera ardente si terrà oggi a Firenze, nel salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio: lo comunica il sindaco Dario Nardella spiegando che l’ultimo addio al regista sarà dato nella sua città e non più in Campidoglio a Roma come era stato deciso in un primo momento dai figli Pippo e Luciano. L’ultimo lavoro del regista, un sogno coltivato per oltre dieci anni, è stata la regia di una nuova Traviata che aprirà la stagione del Festival lirico all’Arena di Verona la prossima settimana, il 21 Giugno. Ma il Maestro guardava già avanti, al nuovo progetto: un Rigoletto il cui debutto era previsto per il 17 settembre 2020 in Oman alla Royal Opera House di Muscat.

«Un bravo ragazzo con la fortuna di avere molti talenti» e «solo idee geniali», così si era descritto qualche anno fa, il bambino dall’infanzia «complicata» a Firenze, sua città natale, il più internazionale dei registi italiani, ironico, polemico, passionale. Anche il grande tifoso della Fiorentina – «la porto sempre nel cuore anche se la seguo meno» – che, disse una volta, all’Oscar avrebbe preferito uno scudetto. «Mi reputo fortunato – raccontava l’anno scorso -. Ho avuto molti momenti importanti nella mia carriera. Ho conosciuto e collaborato con i grandi nel mondo della musica classica, dell’opera, del teatro, del cinema. Regalandoci e regalando al nostro pubblico momenti memorabili».

L’elenco è lungo: da Luchino Visconti, il suo di maestro – «mi ha insegnato e forgiato al mestiere» – a Maria Callas – «la diva per eccellenza, l’artista più straordinaria e più completa» -, «da Domingo a Pavarotti, dalla Taylor e Burton a Lawrence Olivier, Mel Gibson, Glen Close, Judy Dench, Maggie Smith e così via». E poi «i grandi direttori d’orchestra: Serafin, Von Karajan, Bernstein, Kleiber». Zeffirelli ricordava anche Coco Chanel: poco dopo averla conosciuta a Parigi «mi regalò una cartella con 12 disegni di Matisse. Ero all’inizio della mia carriera e quei disegni mi sono serviti, vendendoli uno alla volta, per affrontare momenti di crisi economica, dandomi così la possibilità di sopravvivere e di non rinunciare al mio lavoro». Fatto anche di difficoltà, ma «per me e per l’amore che dedicavo al mio lavoro tutto diventava passione e divertimento». Meno lusinghiero il giudizio sul mondo dello spettacolo oggi: «Vive un periodo di decadenza, sono venuti a mancare i grandi interpreti, i grandi registi, i grandi scrittori del cinema e del teatro che tutto il mondo ci invidiava». E anche in generale sull’Italia (tanto amata ma «dove per questioni ideologiche ho sempre dovuto lottare»): «Mi sgomenta sotto ogni punto di vista ma bisogna sempre sperare che le cose migliorino».

La sua carriera lunga 70 anni ora è raccolta a Firenze, al Centro internazionale per le arti dello spettacolo Franco Zeffirelli, che accoglie disegni, bozzetti, copioni, sceneggiature, libretti d’opera, foto, filmati. Un archivio per il quale «ho lottato tanto – diceva – perché» non si disperdesse: «Ora mi sento più tranquillo e mi auguro che il pubblico lo apprezzi». E un progetto rimasto nel cassetto? «Rimpiango di non essere riuscito a realizzare il mio film I Fiorentini. Un grande progetto che comincia con la morte di Lorenzo il Magnifico e il rientro a Firenze di Michelangelo e Leonardo. Una grande pennellata sulla creazione del Davide e della Monna Lisa e di un ipotetico rapporto di invidia ma allo stesso tempo di rispetto tra questi due ‘mostri sacrì». Come, tra 100 anni, vorrebbe essere ricordato? «Lascio dietro di me un grande patrimonio artistico: decine di film e tante riprese dei miei spettacoli d’opera da tutti i più grandi teatri del mondo». Proprio per festeggiare i suoi 95 anni, il Teatro alla Scala aveva deciso di riproporre il leggendario allestimento dell’Aida di Zeffirelli del 1963, con le scene dipinte da Lila De Nobili, mentre l’Arena di Verona la sua Aida con i costumi di Anna Anni.

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