The Hurt Locker è un film del 2008 diretto da Kathryn Bigelow e scritto dal giornalista Mark Boal. Il film è incentrato su un gruppo di artificieri e sminatori dell’esercito statunitense in missione in Iraq .
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Alcune informazioni su The Hurt Locker
Il film è stato presentato in anteprima alla 65ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel settembre 2008 ed è stato distribuito nelle sale italiane il 10 ottobre dello stesso anno con scarsi risultati al botteghino. Ha inoltre vinto 6 Premi Oscar nel 2010: miglior sceneggiatura originale, miglior montaggio, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro, miglior regista e miglior film.
Il titolo del film è una locuzione presente nel gergo militare americano usata per descrivere un luogo particolarmente rischioso in cui i risvolti sono imprevedibili. Il termine può anche indicare “l’essere feriti in un’esplosione“. Allo stesso tempo, l’hurt locker (“armadietto del dolore”) è la cassetta in cui vengono messi gli oggetti dei militari morti in guerra, e il termine viene usato anche in senso simbolico per indicare il posto in cui vanno messi i sensi di colpa per non provare più dolore nei momenti di sconforto. Con Jeremy Renner, Anthony Mackie, Guy Pearce, Ralph Fiennes, Brian Geraghty, David Morse.
The Hurt Locker, la trama
In un’epoca in cui gli eserciti non sono formati da militari di leva ma da volontari e gli uomini si lanciano di buon grado nell’azione militare, a volte la guerra corteggia in maniera potente e seducente fin quasi a diventare vera e propria dipendenza, come una droga. The Hurt Locker è il ritratto intenso di un’unità speciale di soldati, la squadra “Bravo Company”, con il compito più pericoloso del mondo: disarmare bombe nel mezzo dell’azione.
Dal giornalista al cinema
Appoggiandosi all’esperienza di un reporter, il Pulitzer Mark Boal, la regista mette in scena con apparente linearità, obiettività realistica e quasi entomologica una serie di missioni dell’unità comandata da un esperto nel disinnescare ordigni esplosivi in Iraq. Kathryn Bigelow insiste nel sottolineare l’accuratezza, e la cura dedicata alla psicologia dei militari sottoposti a pressione intollerabile, a scariche adrenaliniche eccezionali.
Il disegno di questa figura centrale è forte. Ed è realistico in tutte le sfumature della sua psicologia. Ma anche, intorno, e non solo come sfondo, l’arsura di quei combattimenti, l’avvicendarsi di quei militari pronto allo sbaraglio. Sulle immagini che li coinvolgono, vengono impressi di tanto in tanto degli annunci che informano dei giorni mancanti alla conclusione di quelle gesta. Confortando tutti, salvo il protagonista che di quei drammi foschi ha, invece bisogno quasi fisicamente.
Il ritratto di personaggi che non sono eroi
Un ritratto splendido al centro di un film di guerra come da tempo non si vedeva. Ancora una volta, indifferente al cambiamento di temi e di generi, Kathryn Bigelow ha fatto centro. Potente e poetico, Hurt Locker tiene lo spettatore inchiodato alla sedia e s’inserisce nella grande tradizione del cinema americano che non ha paura di confrontarsi con la realtà. Kamikaze, autobombe e cecchini sono dappertutto, perfino i bambini vengono utilizzati per colpire. Ma non ci sono buoni e cattivi, per la Bigelow, e i protagonisti del film non sono eroi. Sia gli americani, descritti senza equivoci come occupanti, sia gli iracheni appaiono vittime della stessa, inutile follia.
Il film è ispirato a un reportage dello sceneggiatore-giornalista Mark Boal, embedded al seguito delle truppe, girato in Giordania a pochi chilometri dai combattimenti con moltissime comparse irachene. Hurt Locker punta sullo stile documentaristico lanciato da Redacted di Brian De Palma (qui per un premio dato al regista). E mostra la vita quotidiana di quei pazzi che a mani nude, sprezzanti del pericolo, sfidano ogni giorno il destino. Intercettano ordigni, disarmano detonatori, scongiurano stragi sul filo dei secondi apparentemente indifferenti alla morte. Ma che stabiliscono anche rapporti con la popolazione locale.
In Italia il film è stato distribuito da Warner Bros.