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Il maestro Ennio Morricone annuncia che non farà più musiche per il cinema

Ennio Morricone: “Il mio prossimo record quale sarà? Quello di non fare più musica per il cinema, salvo per Giuseppe Tornatore. Ma voglio fare musica che non sia per il cinema: ho già scritto una messa e un concerto per due pianoforti e archi”

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Sono emozionato. Come romano è bellissimo stare qui al Colosseo, è incredibile per me. Peccato non ci siano i leoni...”. Scherza ed è di ottimo umore Ennio Morricone, due volte premio Oscar, al termine della cerimonia che lo ha visto ricevere – ancora una volta, considerati i suoi 60 anni di carriera pluripremiati – il premio ‘Presidio culturale italiano’, organizzato da Cultura Italiae. A consegnargli il riconoscimento è stato il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli. Nella suggestiva cornice del Colosseo, Morricone racconta del suo lavoro, con dettagli più o meno noti. E poi annuncia: “Il mio prossimo record quale sarà? Quello di non fare più musica per il cinema, salvo per Giuseppe Tornatore. Ma voglio fare musica che non sia per il cinema: ho già scritto una messa e un concerto per due pianoforti e archi. Insomma, voglio continuare a fare quello che ho sempre fatto, la musica assoluta, io la chiamo così“.

Morricone ha raccontato alcuni aspetti del suo modo di comporre: “Non deve essere un lavoro duro altrimenti è una sofferenza, ma deve essere una gioia esprimere le proprie idee e imporre la musica al regista. Se le idee non corrispondono, si deve trovare un compromesso con il regista ma deve essere a vantaggio mio“.

Quale il segreto della sua creatività? “Non lo so, io mi metto a lavorare, parlo con il regista perché si deve trovare un accordo, cosa che non sempre è facile. Il regista in genere non è d’accordo con me” ripete. E l’ispirazione? “Io rispondo sempre cosi’ – prosegue il Maestro – l’ispirazione non esiste o meglio esiste solo per l’1%. Il resto è traspirazione, è sudore, fatica“.

Nel comporre, spiega ancora, “il film aiuta molto. C’è una regola che ho stabilito: se c’è una buona musica e il film è brutto, va male perché la musica comunque non fa miracoli. Mentre se c’è un bel film e la musica è mediocre, il film va bene. L’ideale è quando un bel film ha una bella musica. Io cerco di educare il regista a stare attento al suono“.

Sul futuro, parlando anche del figlio che ha seguito le sue orme, conclude: “Ora i tempi sono cambiati, non c’è lavoro e spesso per le colonne sonore si chiamano i dilettanti che magari usano anche i sintetizzatori. Mio figlio è bravissimo ma non lavora quanto ho lavorato io perché non c’è lavoro. Oggi è difficile che un compositore faccia una musica originale, tranne quando si tratta di un regista importante che non accetta questo dal produttore“.

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