Datato 2017, nelle sale cinematografiche italiane lo si è visto soltanto a partire dal Febbraio di due anni più tardi, prima di approdare su supporto blu-ray grazie a CG Entertainment (www.cgentertainment.it), accompagnato dal trailer nella sezione del disco riservata ai contenuti speciali.
Diretto dal francese Xavier Gens, Crucifixion – Il male è stato invocato apre nella Romania del 2004, ma solamente dopo che una didascalia ci ha avvisati essere ispirato a fatti realmente accaduti.
La nazione in questione, infatti, è stata alla metà del decennio scorso teatro di un caso in cui , presso il monastero della chiesa ortodossa rumena di Tanacu, nella contea di Vaslui, una monaca malata di mente è stata uccisa con l’aiuto di quattro persone durante un esorcismo del sacerdote Daniel Petre Corogeanu.
Non a caso, è proprio con una sequenza di esorcismo che vede la suora legata ad un crocifisso per subire il rito ad aprire la quasi ora e mezza di visione, destinata poi a tirare in ballo la giovane giornalista Nicole, che, interpretata dalla Sophie Cookson di Kingsman: Secret Service, apre un’inchiesta per cercare di capire, appunto, se la donna sia stata vittima di un omicidio o abbia perso la vita a causa di quella che sembrerebbe essere stata una violenta azione da parte di una spaventosa presenza demoniaca.
Del resto, se già The exorcism of Emily Rose di Scott Derrickson aveva provveduto a fondere il filone degli esorcismi con quello giudiziario portando il genere sempre più vicino alla realtà e facendolo in buona parte distaccare da determinate spettacolarizzazioni cinematografiche puramente horror, Gens privilegia le indagini portate avanti dalla protagonista, la quale non manca, ovviamente, di incontrare sul suo cammino altri uomini di fede.
Infatti, al di là degli immancabili jump scare generati ricorrendo al sempreverde utilizzo del sonoro, le fasi maggiormente rientranti nella tipologia di spettacolo di paura sono quelle poste in testa e in coda all’operazione, nel corso della quale il cineasta evita i sensazionalismi da violenza in fotogrammi che avevano caratterizzato i suoi Frontiers – Ai confini dell’inferno e Hitman – L’assassino per concentrarsi, invece, sul mistero che cerca di svelare fotogramma dopo fotogramma.
E basterebbe notare la maniera in cui, tra incroci stradalie oggettistica assortita, la fondamentale immagine del crocifisso viene più volte richiamata durante lo svolgimento dell’insieme per intuire quanto la regia gensiana sia tutt’altro che banale.
Al servizio di un insieme che, costruito tra presente, flashback e incubi, individua il suo maggiore punto di forza nella avvolgente, grigia atmosfera, ulteriormente impreziosita dai cupi toni dispensati dalla splendida fotografia per mano dello spagnolo Daniel Aranyó, nel cui curriculum figura Regression di Alejandro Amenábar.
Quindi, sarà probabilmente per questo motivo che, anziché ricordare analoghe produzioni d’oltralpe, Crucifixion – Il male è stato invocato risulta più facilmente accostabile ai lavori dell’autore di The others e a quelli dei colleghi iberici, a cominciare da Jaume Balagueró.