Alle ore 00.30, Sorelle mai (2010), originalissima antologia di sei episodi girati fra il 1999 e il 2008. Del cast fanno parte, accanto a membri della famiglia del regista, Donatella Finocchiaro e Alba Rohrwacher. Segue Salto nel vuoto (1980), il film racconta il rapporto complesso fra un giudice, Michel Piccoli, e sua sorella Anouk Aimée. Presentato a Cannes, il film fece vincere a entrambi i protagonisti la Palma d’oro per la migliore interpretazione. La maratona si chiude alle 5 del mattino con Vacanze in Val Trebbia, quasi un autoritratto fantastico del regista e della sua famiglia, girato in 16 mm nel 1978.
Sorelle Mai è un film drammatico italiano del 2010 diretto da Marco Bellocchio. Il film è composto da sei segmenti girati a Bobbio tra 1999 e il 2008 nell’ambito del corso “Fare Cinema” tenuto da Marco Bellocchio. I primi tre segmenti erano già presenti nel film Sorelle del 2006. Il film ha ricevuto tre candidature ai Nastri d’argento 2011 come regista del miglior film, migliore attrice protagonista (Donatella Finocchiaro) e miglior montaggio. Ai David di Donatello 2011 è stato nominato nelle categorie di miglior regista e miglior montatore. Sempre nel 2011 gli è stato assegnato il premio Alabarda d’oro per la miglior regia, mentre Donatella Finocchiaro ha ricevuto il Premio Flaiano per la sua interpretazione. Nel 2011 il Bif&st di Bari ha assegnato il Premio Giuseppe Rotunno per il miglior direttore della fotografia a Marco Sgorbati e Gian Paolo Conti.
Sinossi
Sei episodi di un’unica storia, girati a Bobbio in sei anni diversi tra 1999 e il 2008,raccontano di Elena, nella sua crescita dai 5 ai 13 anni, di sua madre Sara, sorella di Giorgio, e dei loro difficili rapporti. Elena vive con le zie a Bobbio, perché la madre, attrice, è sempre in giro e ritorna quando può, così come ritorna anche il fratello per ragioni diverse. Un giorno Sara decide che Elena viva con lei a Milano, lasci così il paese e si separi dalle zie, forse definitivamente.
Salto nel vuoto è un film del 1980 diretto da Marco Bellocchio. Presentato in concorso al 33º Festival di Cannes, è valso ad Anouk Aimée il premio per la migliore interpretazione femminile ed a Michel Piccoli il premio per la miglior interpretazione maschile. Il film, inoltre, ha ricevuto un David di Donatello per la miglior regia (Marco Bellocchio). Uno dei film più sottovalutati di Bellocchio (anche sceneggiatore, con Piero Natoli e Vincenzo Cerami), uno di quelli in cui le nevrosi familiari e le ansie sono asciugate da uno stile magistrale, con una direzione d’attori ispirata e con una cupezza totalmente sincera. Dopo I pugni in tasca (1965), Marco Bellocchio dirige un altro film incentrato sulle nevrosi insite nei rapporti tra consanguinei. Marco Bellocchio: “È un film che ho “vissuto” sul piano dell’impegno personale. Che, però, esigeva, nella composizione, una scelta rigorosa di linguaggio. E’ un film fatto di niente, senza fatti. È un film mormorato, detto a mezza voce. Non ha “larghi”. Procede secondo dei tempi dilatati, antispettacolari al massimo. Antitelevisivi. Fuori della convenzione di un certo modo di fare cinema. Bisogna saper decifrare i piccoli segni, i piccoli mutamenti che mi interessano, e credo di essere riuscito a farlo. (…) Il film, fin dalla fotografia, è fatto di penombra e contrasti. Dato come acquisito il fatto che il lavoro si concentra sulle minuzie, che sono poi una parte rilevante di quei piccoli mutamenti a cui accennavo sopra, mi sembrava che lo stile dovesse essere più uno stile da microscopio. Uno stile non freddo, ma oggettivo“.
Sinossi
Dopo anni di rapporto semimatrimoniale (si intuisce una relazione incestuosa), i fratelli Mauro e Marta Ponticelli entrano in crisi. Lui, pensando che lei stia diventando pazza, le fa conoscere Giovanni Sciabola, un avventuriero senza scrupoli, sperando che se ne innamori. In realtà sarà lui a finire male.
Vacanze in Val Trebbia è un film del 1980 diretto da Marco Bellocchio. Il film è interpretato dallo stesso regista, da Gisella Burinato e da Piergiorgio Bellocchio. Le musiche sono di Nicola Piovani. Tra documentario e fiction, Bellocchio anticipa lo stile di Addio del passato, il suo docu-film su La Traviata di Giuseppe Verdi. Documentario-fiction sulle vacanze del regista e della sua famiglia nella sua terra d’origine. Il viaggio è un mezzo per confrontarsi col passato, i ricordi, le proprie origini, ma è anche la radiografia di un’epoca.
Sinossi
È la cronaca di una vacanza estiva in val Trebbia a Bobbio nel 1978. Marco è in crisi con il suo passato ed è in crisi con Gisella che si sente estranea a quei luoghi, a ragione poiché gli amici in fondo la trattano per tale. Il passato ritorna a Marco anche nei sogni: Marco vede in un sogno i lettini bianchi della propria infanzia scendere il fiume e scomparire in un tunnel buio in cui egli stesso si addentra. Fuori dal tunnel, Marco assiste a due episodi della sua infanzia, due fatti dell’Italia paesana degli anni ’50. Nel primo un ragazzo ruba della frutta in costume da bagno e, sorpreso dal contadino, si rifugia nel fiume e attende che faccia buio prima che tutti se ne siano andati; nel secondo i muratori al tramonto che, finito il lavoro, scendono al fiume cantando “Vola colomba”. Alla fine del film, questa volta nella realtà e non nel sogno, Marco entra nel tunnel nero per trovare una via di uscita alla propria irrisolutezza, scambiando realtà psichica per realtà materiale, uscendone fuori vivo e un po’ euforico – ma con gli stessi problemi di prima.
Giovedì 23 maggio
00.30 – Sorelle Mai
02.55 – Salto nel vuoto
05.00 – Vacanze in Val Trebbia