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Escape room: il thriller horror che non avete visto in sala

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Assolutamente da non confondere con l’omonimo thriller firmato da Adam Robitel e visto nelle sale cinematografiche italiane a Marzo 2019, arriva direttamente nel mercato dell’home video Escape room, reso disponibile in limited edition blu-ray dalla instancabile Koch Media all’interno della propria collana Midnight Factory, dedicata al miglior horror in fotogrammi.

Un inedito che è, in realtà, di due anni precedente rispetto al lungometraggio di Robitel e di cui il regista Will Wernick ricorda così la genesi: “Stavo lavorando a un altro film, prodotto da Kelly Delson. Ero a casa sua, una sera, e alla fine della cena il marito di Kelly mi ha preso da una parte e mi ha chiesto come mai nessuno aveva ancora fatto un film sulle escape room. ‘Bella domanda’, gli risposi. Così sono tornato a casa, mi sono messo a scrivere una possibile sinossi e la mattina dopo gliel’ho portata. Dissi che avevo la possibilità di trovare uno sceneggiatore in grado di scrivere il film velocissimamente. Beh, non più tardi di tre mesi dopo eravamo sul set per girare The maze: così si intitolava in lavorazione. Poi è diventato Escape room”.

Un inedito che si svolge in una Los Angeles notturna sulle cui strade il giovane Tyler alias Evan Williams sta festeggiando il proprio compleanno insieme ad alcuni amici e alla fidanzata Christen, ovvero Elisabeth Hower, la quale decide di fargli un regalo insolito invitando lui e altri quattro a partecipare a un misterioso gioco di Escape room.

Un gioco consistente nel trovare entro un’ora l’uscita da una struttura costituita da molteplici stanze e che, però, sembra cominciare a prendere una piega non poco inquietante dal momento in cui la ragazza scompare per riapparire, poi, nuda e intrappolata in una gabbia all’interno di un video monitor.

Una situazione che rimanda inevitabilmente la memoria a quelle del filone dei trap movie diffusisi in seguito al notevole successo riscosso dalla saga Saw a cominciare da terzo millennio appena avviato e nella quale la combriccola si ritrova una volta che, della circa ora e mezza di visione, viene dedicato il breve tempo necessario alla presentazione dei diversi personaggi.

Del resto, è anche la fase finale dell’insieme a richiamare alla memoria determinati aspetti delle vicende riguardanti il sadico Jigsaw che ha regalato la notorietà a Tobin Bell nell’ambito della paura da grande schermo.

Una fase alla quale si arriva soltanto dopo che, evolutosi lentamente, il plot sposta la propria attenzione sulla mattanza più o meno sofferta, tipica dello slasher, cui è riservata in particolar modo l’ultima mezz’ora dell’operazione.

Una mattanza sguazzante in questo caso in mezzo ad acido gassoso e ossa pronte per essere spezzate; man mano che gli enigmi da risolvere, i codici da decifrare e le chiavi da scovare si rivelano sempre più preziosi ai fini di una sopravvivenza che sembra assumere momento dopo momento i connotati di una vera e propria utopia.

Con il trailer nella sezione del disco riservata ai contenuti speciali.

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