“E se il mondo fosse un laboratorio e noi fossimo tutti delle cavie?“. Così si interroga il protagonista di Red 11, il film di Robert Rodriguez, che ispirato da una sua esperienza di vita, scrive, dirige e produce un film da lui stesso definito delirante e surreale, dove la realtà di mescola con la finzione e con le allucinazioni dei personaggi. Red 11 è l’appellativo dato al protagonista, che decide di partecipare a un programma condotto da una troupe medica, che ha bisogno di volontari su cui sperimentare medicinali contro il dolore. La paga è molto alta ma le condizioni sono molto ristrette; il nostro eroe deve dei soldi a gente pericolosa e non può tirarsi indietro. In ospedale la vita non è certo semplice: oltre alle restrizioni, la convivenza con gli altri gruppi, ad ogni colore corrisponde un gruppo, non è semplice nemmeno quella con i medici, che se all’inizio sembrano interessati al progredire della scienza, poi strizzeranno l’occhio al profitto, sulla pelle delle cavie umane. Quando il socio che condivideva il debito con Red 11 muore, e quindi si ritrova a dover restituire l’intera somma al cattivo di turno, cerca a tutti i costi di farsi dimettere prima, per poi scappare, ma gli eventi, come da copione, si complicano.
Nella vita reale era stato lo stesso Rodriguez a sottoporsi a questi esperimenti, per guadagnare velocemente i soldi necessari a produrre El Mariachi, suo primo film, il cui villain interpretato da Carlos Gallardo, ricompare anche qui, sempre nei panni del cattivo. Red 11 sono 77 minuti di commedia umana, dove ognuno cerca di salvarsi la pelle a scapito degli altri, con un sottotesto metacinematografico in cui allucinazioni, deliri, sogni e incubi sembrano essere i pezzi di una sceneggiatura che prende forma. Il budget ridotto con cui è stato girato il film ne arricchisce ancora di più il carattere didattico, dato che Red 11 fa parte di un progetto più ampio che comprende un documentario di due ore e mezza sul suo making of e una Masterclass che Rodriguez sta portando in tutto il mondo, per spronare i giovani registi emergenti a produrre i loro progetti a basso costo, proprio come aveva fatto lui.