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Documentari

Amaranto, il docufilm di Emanuela Moroni e Manuela Cannone che cerca di immaginare “un mondo diverso”

“In un’epoca segnata da gravi crisi ambientali e sociali – raccontano le due registe - abbiamo scelto di rivolgere lo sguardo verso chi sta cercando di costruire e immaginare un mondo diverso, in cui ad ogni essere umano sia riconosciuto il suo valore"

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Originale e suggestivo, il docufilm Amaranto, incentrato su stili di vita, educativi ed alimentari alternativi a quelli del modello consumistico corrente, ha il pregio di far immergere da subito lo spettatore in un’atmosfera serena, pacificata e bucolica, come se i tempi, i luoghi e le immagini già sostenessero e raccontassero le scelte, le storie ed i saperi rivelati dai ‘testimonial’ in un tutto unico, coerente e armonico, e per questo ancora più convincente ed accattivante. Le due registe ed ideatrici del progetto, Emanuela MoroniManuela Cannone, hanno realizzato l’opera attraverso il crowfunding ed hanno saputo creare intorno al film una vera e propria comunità di sostenitori, professionisti e realtà che si muovono nel mondo della sostenibilità, tanto che si può ben dire che questo documentario, oltre ad essere una creazione artistica, è anche un’operazione di militanza.

Un apporto ‘politico’, in senso ampio, è quello degli ambientalisti (quasi tutti volti noti per il loro impegno, come Serge Latouche, economista della decrescita), che compaiono in carrellata nei primi minuti del film e che, nelle loro numerose lingue originali, fanno appello a tutti gli uomini affinché cambino le proprie abitudini di vita e consumo, evidenziando i pericoli che corrono il pianeta Terra e tutte le specie viventi tra cui, in particolare, quella umana, ed invitando a sviluppare la capacità di convivenza con gli altri per affrontare le tante emergenze planetarie.

“In un’epoca segnata da gravi crisi ambientali e sociali – raccontano le due registe – abbiamo scelto di rivolgere lo sguardo verso chi sta cercando di costruire e immaginare un mondo diverso, in cui ad ogni essere umano sia riconosciuto il suo valore, dove è dato spazio alla comunità ed è ristabilita la profonda connessione che ci lega al pianeta Terra. Amaranto parte da qui, dalla possibilità di andare oltre ciò che diamo per scontato, per raccontare la possibilità del cambiamento praticabile da ognuno di noi.”

Il cambiamento ‘praticato’ nei fatti è quello che emerge dalle storie di vita di cinque persone (e dalle idee e filosofie che hanno sostenuto le relative, profonde trasformazioni), che dividono Amaranto in cinque capitoli: nascere, conoscere, viaggiare, abitare e rinascere, attività che trovano un nuovo significato attraverso la testimonianza di chi ha scelto di cambiare, allontanandosi dall’immaginario collettivo.

Nel primo focus, Venire al mondo, l’ostetrica e saggista Verena Schmid, attiva a Firenze, racconta come da una traumatica esperienza personale sia divenuta sostenitrice convinta del parto naturale e aggiunge motivazioni psicologiche e filosofiche a quelle fisiologiche. Il secondo capitolo, intitolato Dare forma al mondo, è dedicato all’educazione, attraverso l’esperienza del maestro elementare e formatore Franco Lorenzoni, che espone i principi ispiratori del suo metodo educativo (più rispettoso dei tempi di ciascun bambino e non diviso schematicamente in ‘materie’ diverse), da lui attuato nella casa laboratorio Cenci ad Amelia (Terni). Terzo incontro, Mettere radici, quello con l’utopia realizzata da Etain Addey, scrittrice ed esponente del bioregionalismo, che nella vita agricola ha trovato autarchia e realizzazione personale, aprendo la sua grande casa di campagna-fattoria a Pratale, vicino Gubbio, a tutti coloro che vogliono condividere momenti di vita bucolica per una società autosufficiente e senza orpelli.

La quarta tappa del viaggio, dal titolo Coabitare, ha come protagonista Alida Nepa, presidente dell’Associazione Solidaria e referente del progetto di cohousing in atto a San Giorgio di Ferrara, che evidenzia i vantaggi della bioedilizia e del basso consumo energetico, mentre nell’ultimo capitolo, “Rinascere”, Saviana Parodi, biologa, docente e permacultrice, racconta di come praticare e progettare la permacultura nel mondo, vivendo in completa armonia con la natura e rendendo ogni coltivazione sostenibile. Si tratta di storie paradigmatiche, che offrono spunti per riflettere su come sia possibile ad ogni età e momento della vita, uscire dagli schemi e ricominciare a ‘pensare’.

“La complessità delle storie e dei temi trattati – proseguono le registe – ci ha portate ad esplorare diversi linguaggi, nel tentativo di restituire quello che abbiamo vissuto in questo percorso, iniziato tre anni fa con lo zaino in spalla e una valigia piena di libri e quaderni. Il quaderno è presente nel film come strumento di narrazione che ripercorre il viaggio nella vita dell’essere umano con gli occhi incantati come a guardare il mondo per la prima volta, con le illustrazioni poetiche che si animano per dare voce al mondo interiore delle storie raccolte.”

Tra un episodio e l’altro, a sottolineare la bellezza ed il colore della Terra e dei suoi prodotti, si inseriscono le illustrazioni di Marta Consoli, le marionette di Augusto Terenzi, le animazioni e gli effetti visivi di Alessandro Antonelli: trapelano la cura, l’amore e la passione che hanno accompagnato questo lavoro indipendente e affascinante, che cerca di avvicinarsi ai reali bisogni dell’essere umano e del pianeta.

Il film, che ha vinto il premio del pubblico al Riff (Rome Independent Film Festival) ed è in concorso al Clorofilla Film Festival, inizia ad essere programmato anche nelle sale (vedi l’Apollo 11 a Roma).

  • Anno: 2018
  • Durata: 80'
  • Distribuzione: Fairmenti Distribuzione
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Emanuela Moroni, Manuela Cannone

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